lunedì 29 settembre 2008

Quellilì di Valleluja



L'altro giorno mia madre ha esordito con una frase che mi ha destato non poco timore:"Avrei voluto che fossi un PAPA BOY"!!!
Ora io mi chiedo seriamente, ma quando mai una madre può dire ad una figlia ventiduenne ,così ,dal nulla ,una frase del genere!!!
Tanto che , con molta tranquillità, le ho risposto:"Io avrei voluto una madre sessantottina!"
Per spiegarvi la mia motivazione c'è bisogno che inizi da Adamo ed Eva.
All'asilo sono andata dalle suore. La mia maestra si chiama Giovanna, ma spesso ci ritrovavamo in mensa o in mezzo tale Suor Bruna, che sembrava avesse fatto seminario per strada. Ricordo ancora una volta in cui chiesi dove fosse finita la mia maestra e la risposta fu:"E' andata a far la piscia!". Fu lì che iniziò il mio percorso di avvicinamento alle parolacce e di allontanamento dalla Chiesa.
Ma non finì così.
Sempre mia madre, recidiva, mi iscrisse per ben 8 anni di scuola dai preti. Ed è proprio in quel percorso scolastico che feci bingo.
C'erano due figure che hanno traumatizzato la mia crescita scolastica infantile: Padre Beniamino e Padre Riccardo.
Padre Beniamino lo odiavo talmente tanto che quando passavo di fronte a scuola cantavo un motivetto che diceva"Padre Beniamino è un po' cretino!".
Padre Riccardo è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Era completamente misogeno. Gridava di continuo minacciando di riempire di varechina le nostre lingue per purificarci da quel gesto blasfemo che era limonare. Ma soprattutto ricorderò sempre in confessione a 9 anni la domanda:"Ti masturbi?". All'epoca non sapevo nemmeno il significato della parola, tanto che l'avevo poi aggiunta ingenuamente all'elenco settimanale dei peccati: "Allora , ho risposto male a mamma, ho detto le bugie e le parolacce, ho fatto i capricci e mi sono masturbata!". Strano che a quel punto non mi abbiano cacciata dalla scuola, ma in realtà manco lontanamente sapevo di cosa stessi parlando.
Ero talmente tanto influenzata dalla presenza dei preti che alla classica domanda :"Emilia che vuoi fare da grande?", rispondevo LA SUORA DELLE PAOLINE!!!
Lì sì che i miei genitori si sarebbero dovuti preoccupare seriamente. Il sabato pomeriggio, quando uscivo con papà, oltre a farmi il giro di tutte le cartolibrerie della città, andavo alla Libreria Paolina e mi facevo regalare i libri disegnati su S.Francesco e S.Chiara! No, non volevo i giocattoli, volevo la storia di San Crispino a fumetti!
Dopo il giro delle Librerie Paoline , costringevo i miei genitori ad andare a Messa di sabato sera alle 20 in un centro un po' fuori città. Lì trovavo tutti i miei compagnetti di classe e feci la comunione. Ma, man mano che crescevo, tornavano in me le aspirazioni di una piccola bimba moderna e iniziavo a pensare alle pomiciate, a Leonardo di Caprio e alle feste in cui giocare alla bottiglia.
Così, abbandonai gradualmente la giornata mistica e ci fu il trauma cresima.
Iniziai a rifiutarmi categoricamente di seguire pure il catechismo e quando il parroco cresimò i miei amichetti, io non fui chiamata e rimasi delusissima.
Da allora mi resi conto di quanto fu una liberazione la scuola pubblica e poter volontariamente saltare l'ora di religione per dormire un'ora in più od uscire un'ora prima.
Oggi mi è sembrato di rivivere una giornata scolastica della mia infanzia.
Io e Gina siamo andate, come al solito, a mangiarci un kg di pizza al taglio e , per smaltire, abbiamo deciso di andare a farci una passeggiata in centro.
Arrivate in Piazza Navona, udiamo musica e canti. Attratte dalla possibilità interessante che ci fosse un concerto ci accorgiamo, invece, di essere finite ad una riunione di comunità religiose. Eravamo circondate da QUELLILì DI VALLELUJA.
Ci siamo sedute su una panchina partecipando passivamente al presepe vivente. Io facevo il bue e lei l'asinello.
Ad un certo punto vediamo due ragazzi avvicinarci. Dentro di me inizio ad avere strane percezioni. Ecco, lo sapevo, sono due moralizzatori che mi vogliono purificare!! Neanche il tempo di dire "Guarda a me non inter..." che in due secondi erano già seduti che ci raccontavano la loro vita. Sono partiti dalla nascita. Eravamo ormai monopolizzate. Due ore, dico due, in cui hanno raccontato appunto vita, morte e miracoli. Gina era completamente assorta, io li ascoltavo ma tanto sapevo che volevano convincerci ad iscriverci alle loro organizzazioni.
Oltretutto ero al freddo e al gelo e portavo con me da circa 3 ore un vassoio di pizza unto che iniziava a pesare. Volevo solamente camminare o tornare a casa al caldo. Non volevo essere convinta da due giovani di belle speranze. Perchè per me è una cosa troppo intima per essere affrontata con due estranei.
Il bello è stato il commento postumo di mia madre: "Emilia, questo è un segno della profezia di Celestino. Tu non lo vuoi ascoltare perchè sei sciocca!".
Ora, tra Gina e la profezia di Gino e mia madre e la profezia di Celestino, ho paura di addormentarmi e sognare apparizioni mistiche, come se avessi mangiato un kg di pizza più una peperonata piccante!!!!

giovedì 25 settembre 2008

LA SAGA INFINITA



Eccomi qui per aggiornarvi un pochino della mia vita .
Iniziamo col dire che, nonostante sia passato più di un mese, non ho ancora trovato coinquilino. Mi chiamano circa 250 persone al giorno agli orari più impensati, delle quali l'80% sono vecchiacci di merda che fingono di necessitare di una stanza. L'alro 20% si presenta per visionare l'appartamento, costringendomi giornate intere alla clausura. I vecchiacci tentano invano un dialogo titubante e sospirante, senza saper nemmeno cosa dire. Esempio tipico:

VDM: "Ahhh pronto, chiamo ehm per ehm quella stanza mmm con UNA STUDENTESSA. E' ANCORA LIBERAAAAAH??"
Io: "No, è occupata e non è nelle mie intenzioni affittarla a uomini adulti. Si vergogni."

Le restanti poche persone apparentemente normali che chiamano smentiscono poi la loro normalità quando vengono a farmi visita.
Da sottolineare l'arrivo di un'allegra famigliuola che ha accompagnato la figlia.
Lui: Ragionier Filini. Vestito da tipico benzinaio in divisa in pensione. Quattro peli spiaccicati in testa tra olio e sudore con un riporto leccato sulla pelata. Calzino corto di spugna bianca , mocassino color diarrea e sudore grondante.
Lei: Capello biondo meshato corto, tutina celeste con k-way abbinato e borsetta marron in pendant.
La figlia: Capelli color Titti che contrastano due sopracciglia color Calimero. 42 kg in tutto per 1.70. D&G che compariva da tutte le parti e infine giubbotto fashion color fucsia allucinogeno.
Si presentano dopo essersi persi per il quartiere e avermi gridato di aver dato loro indicazioni sbagliate. Mi stringono la mano con la loro unta e bisunta. La prima parola che il Ragionier Filini pronuncia è: "Posso far pipì?".
Io , spiazzata, abbozzo un educato "Si, certo, prego!". Lui esce con nonchalance alzandosi la braghetta. Dopodichè è la volta della moglie:"Scusi, sa, ne approfitto anch'io, siamo tutto il giorno in giro!".
Prego, prego, fate pure come se foste al bar o addirittura a casa vostra.
Evidentemente durante lo svuotamento della vescica, hanno studiato con attenzione la struttura del bagno, perchè poi esordiscono con un discorso da finti architetti-idraulici sulle condizioni:" No ma i sanitari non sono nuovi, le pareti sono umide. No no non va bene, questa casa è vecchia".
"Mi scusi se non posso permettere a sua figlia di sedersi su un cesso d'oro fino e siete abituati a Backingam Palace. La prossima volta,però, fatevi spiegare dalla Regina che bisogna tirare lo sciacquone!".
Appena entrata in bagno , infatti, noto che si erano dimenticati la buona abitudine e non avevano nemmeno abbassato la tavoletta, tanto che mi è sorto il dubbio pure sull'effettiva sessualità della moglie.
La figlia così, con un sorriso falsissimo a 36 denti , gira le sue chiappe fuori dalla porta con tutti i D&g annessi e sbrilluccicanti, portandosi appresso Marge Simpson e il Ragionier Filini.
Dopodichè arriva un altro. Charlie Chaplin. Di lui aveva tutto. Basso, capelli rasati, baffetti, vestito da monello ed era pure muto.
Devo ammettere che questa ricerca del coinquilino mi sta sfiancando. Aggiungiamoci gli esami.Mi manca proprio il tempo , ma soprattutto, la lucidità per farvi il resoconto quotidiano di tutti i casi umani che si sussegguono ora per ora nel mio appartamento. Penso che se non dovessi trovare qualcuno l'unica soluzione sarà battere, ma nemmeno quella, dato che Alemanno è molto severo! (ovviamente scherzo!)
Comunque, come noterete, la mia creatività è un attimo in letargo. Attendiamo tempi migliori e sperate per me!

giovedì 18 settembre 2008

RIAPRE L'ALLEGRO MANICOMIO



E così , finalmente, domenica sera ritoccai terra romana.
Indovinate un po' chi c'era ad aspettarmi alla stazione???
Anzi, diciamo la verità, chi tentava di venirmi a prendere alla stazione?
La sorpresa doveva prevedere la carrambata di me che salivo le scale e mi ritrovavo di fronte Mc Guerriera della Notte in sella alla sua peugeot rossa, affiancata dalla nostra fedele destriera Gina.
Ma si sa che quando si tratta di loro due , c'è sempre qualche imprevisto.
Soprattutto quando Mc deve utilizzare qualche mezzo con le ruote.
Giravano un quarto d'ora attorno all'isolato facendo il giro dell'asino per cercare di arrivare all'entrata della stazione, con il conseguente ed ovvio rischio di finire all'Eur senza nemmeno accorgersene. Praticamente erano al mare e non trovavano l'acqua!
Dopo dieci minuti ecco che scorgo in lontananza la mitica 206 , riconoscibile per tutte le grandi avventure che ci ha permesso di intraprendere. Da due km vedo anche due braccia che si agitano in alto con una sigaretta in mano.
Riconosco subito la sagoma di Gina Pallina. Parte la musica di sottofondo "Carramba che sorpresa!". Ci abbracciamo strette strette, felici di ricominciare un altro anno all'insegna degli eventi più assurdi.
E infatti in questi due mesi di lontananza, ci sono stati numerosi cambiamenti.
Gina da gallina stabulata in una pollicoltura è diventata Techno Pollo. Il suo autismo si è trasformato in vera e propria schizzofrenia. Non chiedetemi come procede la sua storia con Gino, perchè non lo sanno nemmeno loro. Ho solo potuto constatare che le sue condizioni si sono aggravate. Il suo sonnambulismo lungo le strade di Roma continua imperterrito , con l'aggiunta che parla da sola o con sconosciuti che assomigliano a Jhonny Depp ,che scaccia raccontando loro tutta la sua vita. Ma non l'è bastato trasformare la Nomentana nei Campi del Tennessee . Ora si è trasformata in Gina Gym. Il tapis roulant è la nuova vittima delle sue infinite camminate,che utilizza ad orari impensabili tipo le 3 del mattino a casa di Mc. E' anche ormai incapace di formulare un dialogo, poichè ogni parola le suscita in mente una canzone, tanto che ho deciso di spedirla al più presto a Canta e Vinci, per rendere utile questa sua nuova forma di follia. Per questa sua evoluzione mentale l'è stato conferito il titolo nobiliare di MariaGina.
Mc è diventata Guerriera della Notte. E' in un periodo di totale libertà per cui ha deciso di sfruttare tutto il tempo a sua disposizione inventandosi faccende di casa, soprattutto durante la notte.
L'altro giorno ha smontato il frigorifero perchè doveva cambiare l'apertura. Fatto sta che dopo averla smontata, non è più riuscita a rimontarla e tutta la spesa è andata a male. Così ha deciso di trascinare Gina per le notti romane con uno dei vari spasimanti che ha raccolto in questi anni di furore capitolino, del quale non l'è importava un fico secco. Infatti ha passato una serata in un pub sperduto sulla casilina a parlare al telefono con me che smontavo casa alle 11 di notte.
Questa mania della rivoluzione casalinga sembra aver colpito tutte quante!
Ma le mie condizioni sono le più gravi di tutte. Gioco a Tetris tra gli impegni gravosi, con il risultato che faccio casino. Continuo a cercare coinquilino , collezionando personaggi di tutte le specie ed i generi. L'altro giorno è arrivata Miss Italia Luiss. L'ho accolta in tuta casalinga , mentre mi accingevo a spostare frigoriferi. Lei, vestita come al Gran Galà di Armani, altissima, bellissima e levissima. Il solo fatto che mi sentivo un cesso vagante affianco a lei mi ha fatta desistere. Penso che sia stato reciproco dato che le mie condizioni erano decisamente peggiori.
Finalmente ho affrontato il Tro(m)bar clus. E' stato un travaglio lungo due giorni. Dopo 48 ore di attesa, penultima, entro nella tana del lupo. Il prof. inizia a chiedermi la metrica di tutto, da Petrarca ai Backstreet boys. Io non so neanche come si divide in sillabe, figuriamoci il minestrone che ho combinato. Esco stremata e digiuna con un 27 , orgogliosa di essermela cavata nonostante tutto. Ma la cosa più grave è che Gina mi ha contagiato l'autismo. Secondo il proverbio "Chi va con lo zoppo impara a zoppicare", era inevitabile che scampassi questo processo. Il cellulare nokia 3330 del 1845 è diventato parte integrante di me. Attendo una crisi isterica che me lo faccia lanciare al muro , prima che faccia la fine della mia amica.
Per completare l'opera, ieri siamo andate al cinema a vedere Il papà di Giovanna e ci siamo rese conto di essere sulla buona strada del manicomio. Gina piangeva da sola con una felpa in testa. Io mi stavo congelando e ho passato 1 ora nel cercare una soluzione per scaldarmi. Alla fine ho dovuto optare per la scelta tragica di infilarmi la maglia del pigiama sotto la giacca e vagare per Roma così conciata!! Ora Gina è sdraiata nel letto in versione Tutan Camon: ferma, immobile, coperta fino ai capelli, con due occhi da gufo che spuntano fuori e fissano il soffitto. Io giro per casa sua come l'omino Michelin senza meta.
E' quindi ormai ufficiale che l'allegro manicomio ha riaperto i battenti!

giovedì 11 settembre 2008

Icarus




Dal libro delle Idee

Ho incontrato un angelo caduto dal cielo. Assomiglia ad Icaro ma ha ali morbide e vellutate.
Stava lì nascosto tra le nuvole ad osservarmi. Era seduto di spalle che scrutava il tramonto.
Me lo ricordo ancora come fosse ieri. Aveva ali candide mimetizzate sotto una camicia bianca.
Erano talmente brillanti da riflettere la luce porporea del sole sui suoi capelli scuri.
Io ,come al solito, ero persa nei meandri sconosciuti. Scorsi la sua sagoma distrattamente. Il chiaroscuro la rifletteva sul mio viso.
Ma quella luce e quell’aria calma e pacata sembravano attirarmi attraverso un filo inconsapevole.
Fu un’immagine che catturò immediatamente la mia attenzione, distogliendomi dalle mille faccende che mi accingevo a sbrigare.
Non mi svelò subito la sua identità. Tarpava le ali a fatica e rimase un disegno velato sul vetro per diverso tempo.
Non mi capacitavo di quella visione. Sembrava solo un’allucinazione. Fino a quel momento mi era sembrato di essere una succube prescelta della razionalità e che , invece, la volontà del destino mi avesse consapevolmente surclassata. Non credevo più alla potenza del caso.
Non vidi nemmeno il suo viso.
Ma avevo una voglia irrefrenabile di essere travolta dalla luce pura del suo sorriso. Pian piano diventava sempre più chiara e limpida. E quel bagliore era ormai diventato fuoco che produceva scintille percettive.
Immagine, inconsistente ed eterea idea.
Inaspettatamente, improvvisamente, diventai vittima dei sensi. Libera e fluida nell’incoscienza dell’emotività.
Ero una drogata empirica. Immobile di fronte all’irrazionalità.
Non mi serviva più conoscere la ragione che mi rendeva protagonista di quel processo.
Il senso della vista era completamente dilaniato. E quell’immagine, seppur imperfetta, aveva catturato la mente come un’opera d’arte.
Mi sentivo disarmata e inerme nel labirinto di sensazioni sconosciute.
Godevo inebriata dei brividi dell’inconscio.
Sensi, sensi e ancora sensi chiedevo e imploravo all’angelo dagli occhi languidi.
Bramavo continua luce. Volevo mi accecasse al solo scorgere un suo sguardo.
Poi un sussurro, un solo spiro sonoro attivò subito il mio udito.
Percepii una voce , delicata e soffice come le ali che avevo intravisto segretamente.
Era così vellutata che sembrava cullarmi tra le dolci note del suo suono.
Volevo abbandonarmi a quella melodia, senza pudore. Lieve e poi intensa, per poi nuovamente svanire fino a rarefarsi e diventare respiro all’unisono.
Attendevo solo l’estasi del tatto. Volevo sfiorare e schiudere le sue ali per poter volare con me nell’adrenalinica ebbrezza del non senso.

II

Il tempo aveva appesantito quel volo, che aveva faticato a decollare. Era ancora fermo nella stasi della realtà. Il peso della ragione si divertiva a mettere lo zampino in quel continuo flusso.
Nel groviglio emozionale la paura era diventata co-protagonista.
Le sue ali erano troppo leggere per trascinarmi con sé nell’inconsistenza dell’aria. Le mie erano ancora un feto racchiuso nei germogli della personalità.
E quella rarefazione premeva sul mio corpo con una pressione schiacciante. Il volo richiedeva ancora tempo.
.
Continuavo a sentire la sua voce flebile e profonda. Mi esortava, mi rassicurava, mi tranquillizzava. Sapeva che una volta superata la paura del decollo sarebbe stata solamente questione di equilibrio.
Vedeva i miei occhi spauriti e spaventati. Vedeva le mie piume sottili ma sapeva che avrebbero avuto la capacità di rafforzarsi. Per questo era ancora lì fermo sulla quella nuvola con la stessa calma e pacatezza della sua prima comparsa.
Di fronte allo sparpagliarsi di piume mi sorrideva implacabile, aspettando che trovassi il coraggio di cadere giù, per potermi raccogliere o prendermi per mano. Voleva a tutti i costi mostrarmi come l’ubriachezza del volo non avesse paragoni.
Sapevo che anche lui aveva paura. Gli angeli conoscono la delicatezza della loro immagine. E’ stata raccontata loro la storia di Icaro, così come ai bimbi vengono narrate le favole.
Si nutrono di luce e gravitano sempre intorno al sole. Scagliano scintille luminose tra gli umani e si divertono a costruire figure fatte di riflessi. Ci osservano e ci studiano. Poi un giorno ci appaiono e decidono di insegnarci l’arte del volo.
Io ero una prescelta. Nel regno degli angeli non esiste il compromesso. Agiscono solo ed esclusivamente per elettività. Conoscono i meccanismi della psiche senza averli studiati. Il loro mestiere è plasmare le nostre emozioni per renderle soffici.
Non esisteva un margine di equilibrio tra le parti. Lui era sospeso e galleggiante nella gravità. Io barcollavo tremante e graffiata tra le due dimensioni.
Mi sentivo perennemente in bilico tra l’aderenza e l’ignoto. Quando vedevo il luccichio del suo sguardo , lontano ma così abbagliante, stringevo i pugni , chiudevo gli occhi e tentavo di raggiungerlo. Non esisteva niente di più bello che vederlo sorridere rallegrato dalla mia goffa inesperienza. Si divertiva un mondo a darmi lezioni di volo. E quando notava dei miglioramenti, mi dedicava un soffio vitale,scivolando lentamente dalle sue labbra e lungo la sua mano.
Il suo splendore era il coraggio. Ammiravo la naturalezza con cui si lasciava sempre andare in quell’impresa che a volte mi sembrava insormontabile.
Mi consigliava sempre di aggrapparmi alla forza della fiducia. Mi fidavo di lui, ma non di me stessa. Lui conosceva alla perfezione il movimento ondulatorio delle ali. Sapeva come e quanto farle oscillare. Sfidava impavido l’imprevedibilità del vento ma soprattutto la lava del sole.
Era proprio quella che mi terrorizzava. La potenza infiammante della luce del sole contro la mia anima che sapevo non essere ignifuga. Mi tornava continuamente alla mente la possibilità di precipitare carbonizzata e schiantarmi irreparabilmente a terra. E sapevo soprattutto che una volta imparato, non sarei più riuscita a tornare indietro. Ma la voglia di raggiungere quell’abbaglio era sempre più forte. Mi sentivo l’anima informicolita e solleticata. A quel punto non mi rimaneva soltanto che attendere il momento in cui sfacciata avrei sfidato a duello le mie paure…


Ok ora potete anche spararvi o farvi in vena. Ogni tanto la mia creatività diventa un tantino diabetica e pesante. Sarà colpa dei film Harmony che trasmettono a ciclo continuo durante l'estate. Sì, molto probabilmente guardo troppe soap-opere. Ho capito che in un'altra vita ero una casalinga disperata, o una pensionata o una donna dalla lacrima facile. Ma penso che molto probabilmente sarà anche il mio futuro. Ps. Non posso sovvenzionarvi le cure dentistiche per le devitalizzazioni.

giovedì 4 settembre 2008

I CASI UMANI



Quando Insalata è completamente travolta dalle mille faccende che comporta ritornare alla realtà, ha sempre a che fare con un crocevia di casi umani.
Ormai sa bene che sarà impossibile, nella sua vita, relazionarsi con persone normali. Anche perchè, diciamocela tutta, non avrebbe da condividerci nulla.
E' di nuovo alle prese con la saga infinita: AAA SONO APERTI I CASTING PER "IL CAMPO NOMADI". Praticamente ogni anno si ritrova a spargere annunci dappertutto per cercare un coinquilino o una coinquilina. Così il suo cellulare diventa la centralina di un call center e ne ascolta di tutti i colori. Ormai sono convinta che la mia sia LA CASA di Sam Raimni.
Ok, sono pronta per le denunce. Venite a portarmi le arance ,poi, vi prego.
La prima persona con cui ho avuto a che fare è stato un certo JANKO. Mia madre , quando gli ho parlato di questo contatto, ha capito BRANKO, quello che fa gli oroscopi, per poi passare a JANCU, il ballerino classico. Caso volle che costui fosse un mio concittadino. Per conoscerci organizziamo un aperitivo e io mi porto appresso Pierferdinanda. Nel locale, affollato dalla crème della crème della città, scorgiamo una sagoma isolata seduta e sconsolata. Era lui. Durante l'aperitivo parlo solamente io, ma la cosa non è poi così strana. Si chiacchiera, spiego tutte le cose della casa e finisce lì. Invece no, pare che che si sia infatuato di Pierferdi e comunichi con lei con un linguaggio incomprensibile che ci incute solo timore.
Nel mentre la vicenda "TROVA ALTRI PAZZI" , si trasforma in THE RING.
Suona il telefono ma io non lo sento. Faccio uno squillo a quel numero e mi richiamano:" Pronto, io , lei , ehm, bo ...ma chi è?"
"Scusi, ma chi è lei!!! Ho trovato una sua chiamata".
"Io chiamo per la casa"
La voce testimoniava che dall'altra parte della cornetta c'era un signore di almeno 50 anni.
"Ah, posso sapere per chi la cerca?"
"Come per chi?? Per me!"
"Ah, no guardi è già occupata."
Certo che quando il tempo avanza, l'alzaimer fa brutti scherzi.
Subito dopo è la volta di una certa LAYLA.
"Ciao Layla io sono Shaula, salutami Paula, Leyla, Loyla, Luyla e Liyla"
Costei fa 2 domande inutili e poi conclude:"Va bè mi farò risentire ciao".
Evviva la diplomazia!!
Ora non so più chi aspettarmi, dopo IL PASTICCERE, L'IMPASTICCATO, LA PAZZA BULIMICA E LA BALENA EPILETTICA, BRANKO, LAYLA e dopo aver conosciuto VLADIMIR, dopo avere tra le migliori amiche GINA GYM, che vaga per la Nomentana per i Campi del Tennessee, dopo MC che scala il Parc Guell scalza e dop E MO che si crede La signora Fletcher, penso di essere preparata a tutto nella vita!!!!

martedì 2 settembre 2008

TRO(M)BAR CLUS



Cosa successe poi in Croazia ormai me lo sono scordata e, purtroppo, anche buttato alle spalle. "Sìore e Sìori la pacchia l'è praticamente finita". Nonostante il caldo non ne voglia sapere di andarsene , la routine è ricominciata quasi in tutto e per tutto.Da stamattina il generale Mother è giunto con le trombe per buttarmi giù dal letto, perlopiù sotto mia richiesta. Anzi, la Legge di Murphy senza ombra di dubbio ha voluto che le temperature aumentassero proprio quando io ,con estrema fatica, devo alzarmi dal letto per scontrarmi con degli oggetti molto antipatici: i libri universitari!.
E' pure vero che è più uno sforzo recitativo, ma ci vuole impegno anche per quello.
Soprattutto quando devi avere a che fare con il TRO(M)BAR CLUS.
Ed eccomi,quindi, alle prese con un nuovo esame, che ovviamente parodizzo per sdrammatizzare l'immane pesantenzza che comporta studiare/lo.
MUSICA E LINGUAGGIO.
Già dal titolo uno pensa: PITTICCA SA PALLA, che tradotto dal sardo significa AMMAZZA CHE NOIA!
Quando lo inizi, poi, le palle raggiungono davvero il livello sotto al mare e man mano che vai avanti scavano una fossa sempre più grande dove rifugiarsi per scappare a cotanto strazio.
Si parte dal CANTO GREGORIANO, che già nel suo essere musica liturgica rivela la sua natura di insostenibile pesantezza.
10 minuti minimo di canti melismatici, ovvero in cui uno gorgheggia una lettera fin quando non muore paonazzo e strozzato.
Tipo che mentre ascolto la traccia dell'ALLELUJA strutturata in AL-LEEEEEEEEEEEEEE-LU-J-AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA (15 minuti di A) pian piano inizio a chiudere gli occhi, poi cado a terra con una siringa iniettata nel braccio fino a trascinarmi strisciante a terra nel balcone per suicidarmi.
Dopo che il primo tentativo di suicidio è fallito , ritorno al libro e mi ritrovo davanti al TRO (M )BAR CLUS della Francia di Re Artù.
Una di quelle storie alla beautiful in cui Un cavaliere per scoparsi la dama con la treccia lunga 3km sposata con il re vecchio, declama sonetti porno allusivi dedicandoglieli. Tipo "O mia dama , quando ieri contemplavo le fiorite colline , rimembravo i tuoi candidi seni, nell'attesa di giacerci un dì simil a un affamato bimbo"
Ovviamente poi costoro trombavano come conigli .
Io, come sempre, ricordandomi che il mio è un Tro(m) bar proprio clus clus, mi suicido per la seconda volta, invano.
Fato vuole che lo strazio sia lento e gradualmente cruento, quindi più si va avanti più è peggio.
Arriviamo alle BALLATE TRECENTESCHE.
Musica da sagra della salsiccia.
Un esempio è ECCO LA PRIMAVERA di FRANCESCO LANDINI.
"Ecco la primavera, quando viene sera, con questa ballata ti fai una pera e se credi di divertirti, aspetta e spera!"
Vogliamo parlare poi del LAMENTO DI ARIANNA di Monteverdi???
Inizia già male:LASCIATEMI MORIRE! Non poteva esistere incipit più azzeccato per descrivere ciò che provo ad ascoltare e studiare questo brano, che conseguentemente mi istiga al 4 tentativo di suicidio.
Non parliamo del maledettissimo STABAT MATER.
Madre dolorosa, lacrimosa, urla, strazio, ansia e poi mi vengono gli incubi a pensare a Rostagno che sta 2 ore a chiedermi l'analisi e io che mi strappo a poco a poco organi vitali e giaccio morente e sanguinante nell'aula musica del 4°piano.
Quando finalmente sono morta un coro intona Lux aetera di Ligeti, mentre sullo sfondo compare una scena di 2008 odissea nel MIO spazio, con me che galleggio nello spazio universale rincorsa da Rosty e il suo famoso gatto.
Quando a casa mia sentono provenire dalla mia stanza degli strani suoni, iniziano ad inquietarsi, tanto che devo preannunciare l'ascolto della Musica da Suicidio,onde evitare che chiamino il 118 per portarmi al reparto NeuroPsichiatrico.
Se avete mai pensato che i film di Kitano e Kim Ki Duk fossero l'espressione più estrema dell'autolesionismo psico-fisico, vuol dire che non avete avuto mai a che fare con un esame di MUSICA e LINGUAGGIO. Altro che Marco Masini o Branduardi, qui si parla di vera e propria tortura!
Vi devo confessare che quest'esame me lo trascino dal 1°anno di università. E (ehm ehm) sto finendo il 4°! Penso che sia plausibile e comprensibile volerlo affrontare quando si è ormai quasi allenati psicologicamente alle rotture di balle inutili di certi esami. Ma questa volta penso di non avere proprio scampo, anche perchè se non mi presento all'appello i miei genitori lo fanno diventare un IN (CU)LAR CLUS, in cui l'aggettivo CLUS ha numerose valenze. Ad esempio l'utilizzo di una corda bella spessa per legarmi ad una sedia finchè non ripeto a memoria tutti i brani.
Ma, o voi lettori, gioite !Il mio ritorno allo studio è anche sinonimo di ritorno al mio blog.Così potrò raccontarvi anche il lento e graduale schiarirsi della mia pelle,come primo passo verso l'abbandono di me stessa e l'avviarmi verso lo schifo fisico. Spero che la vostra giornata sia impegnata in faccende più piacevoli della mia. Adieu.