lunedì 3 marzo 2008
Non al denarò, non all'amore nè al cielo: This is my life
molte volte ho studiato
la lapide che mi hanno scolpito:
una barca con vele ammainate, in un porto.
in realtà non è questa la mia destinazione
ma la mia vita.
perché l’amore mi si offrì e io mi ritrassi dal suo inganno;
il dolore bussò alla mia porta, e io ebbi paura;
l’ambizione mi chiamò, e io temetti gli imprevisti.
malgrado tutto avevo fame di un significato nella vita.
e adesso so che bisogna alzare le vele
e prendere i venti del destino,
dovunque spingano la barca.
dare un senso alla vita può condurre a follia
ma una vita senza senso è la tortura
dell’inquietudine e del vano desiderio -
è una barca che anela al mare eppure lo teme.
Questi versi racchiudono il senso della mia vita.
Ieri mattina vaneggiavo in preda alla febbre e ad uno stato cadaverico. Ne ho approfittato per dedicarmi alle mie passioni. Sono sempre alla ricerca di un argomento interessante per la tesi. Voglio sfruttare il tempo a mia disposzione per qualcosa che sia davvero parte di me e non mi pesi.
L'arte, la scrittura,le parole, su questo non c'è dubbio. Sono le mie origini. Tutto è iniziato tanto tempo fa, appena mi diedero una penna in mano.
Non ricordo come, quando , dove e nemmeno perchè. Non ricordo il momento preciso in cui la scrittura si è impadronita di me ed è diventata il mio pigmalione.
Ricordo solo l'immagine di una farfalla disegnata con colori accesi e i bordi sbavati. Sotto quel disegno, parole ingenue di una piccola canzoniera dedicate a sua mamma. E mi fa rabbia che non ricordi nemmeno come sia continuato a rimanere solido il filo che mi lega indissolubilmente all'arte. Però se metto in moto il flashback del mio percorso artistico, vedo sempre e solo una penna e una gravidanza di parole perpetua. Sì, lo ammetto, fin dal primo momento in cui mi è stata donata la parola, son stata logorroica. Che fosse in forma scritta od orale, non cambiava. Io dovevo esprimermi, dovevo svuotare in qualche modo quel groviglio di termini , emozioni, sensazioni, cavolate, metafore, similitudini, costruzioni mentali astratte o fondate.
Era tutto così inconsapevole. Quando mi chiedevano cosa volessi fare da grande, rispondevo di grandi aspirazioni come la salumiera , la macellaia o addirittura la Suora delle Paoline. Di volermi dedicare all'arte non v'era manco l'ombra. Certo, si denotava già una forte propensione per il cibo e per quanto riguarda la suora, beh, mi astengo da ogni tipo di responsabilità. E' tutta colpa delle scuole primarie dai preti. Iniziai tardi a maturare l' autoconsapevolezza di essere una paroliera e che ciò che mi riesce meglio è produrre fumo e niente arrosto.
La pragmaticità razionale è ciò che di più lontano non può esistere dalla mia personalità. Ho sempre preferito la praticità derivante da grandi idealità. Ciò che riesce a smuovermi realmente è l'espressionismo. Mentre ciò che mi mortifica è l'automatismo della ragion pratica. E ciò è stato confermato dal mio status postumo a Cedam di M...-
Nella mia vita potrò creare pure rotoli di cartaigenica, basta che crei. Forse sono ancora troppo sognatrice, sì questo è vero. Come è anche vero che per come son fatta non smetterò mai di esserlo. E ogni tanto, sì, mi piace fluttuare, facendo la fine di Icaro, con le ali bruciate precipitare al suolo. Ma non è detto che chi sogna non sappia ciò che vuole e non abbia i piedi per terra.
Ho capito che la priorità, in questo momento, è rivolta solo ed esclusivamente ad ogni tentativo di realizzare il mio obiettivo, il mio sogno, la mia soddisfazione.
Sono troppo giovane per arrendermi alla spiaggia pietrificata e arida del cinismo o, in chiave più positiva, dell'arrendevolezza alla realtà. Io voglio ancora tentare. Voglio ancora osare e lottare per dimostrare a me stessa di aver fatto il tutto e per tutto per ricambiare all'arte del dono che m'ha fatto. La mia non è una speranza, è una sfida. E' la lotta per far sì che in futuro la mia vita abbia un senso e io possa riuscire ad esprimerlo. Non voglio far sì che la possibilità di costruire la mia vita venga sprecata come una barca a vela ancorata in un porto.
Sì, ho voglia di prendere i venti del destino. Perchè se tra dieci anni mi dovessi ritrovare dietro ad una scrivania a telefonare ad avvocati per fissare appuntamenti, sarà comunque senza il rimpianto di non aver provato a vincere, di non aver avuto paura di sfidare gli infiniti elementi avversi di una società italiana molto poco incoraggiante e propositiva.
Questa è la mia scelta.
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4 commenti:
vorrei dire tanto, ma mi limito ad un meraviglioso, grande sorriso :)
brava amica mia, questo è l'atteggiamento che voglio.
mi piaci molto in questa versione!
un abbraccio ;)
Ciao EMY, sei una vera scrittrice..per me che sono una frana nella scrittura ma devo cacciar fuori le emozioni se non mi sento male è difficile farlo in lettere scritte, ma tu, tu lo devi proprio fare perchè sei troppo brava..
verrò spesso a trovarti!
E comunque..detto da una che ha fatto il percorso sbagliato (e anche per questo si ritrova con 30kg sul groppone) e alla fine ha trovato un lavoro buono e appassionante per lei ..segui i tuoi sogni ..ASSOLUTAMENTE..te lo dice una trentenne!
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