giovedì 21 agosto 2008

INSALATA A CULOVNICH...part I




Vi chiedevate che fine avessi fatto???
Insalata si è regalata , come ogni anno, una settimana di emigrazione agostina. Questa volta la tappa è stata la CROAZIA, ormai denominata CULOVNICH.
Decidere dove andare quest'estate è stato un parto. Sapevamo che volevamo andare al mare, ma non volevamo spendere milioni nè finire impasticcate ad Ibiza a ballare sui cubi con i transessuali. Così abbiamo deciso di andare alla scoperta dell'Adriatico orientale. Meta: TROGIR, piccola località marina a pochi chilometri da Spalato.
Abbiamo prenotato per il 14 agosto, in modo tale da poter trascorrere la notte di ferragosto in modo diverso, aspettandoci di essere ad una festa in spiaggia con miliardi di persone. Ma secondo voi tutto poteva filare liscio??? Certo che no, ovviamente!
Arriviamo all'areoporto alle ore 15, perchè l'ora di partenza era prevista per le 17.
Lì avrebbe dovuto accoglierci un'organizzazione impeccabile che ci avrebbe dovuto rendere il tutto comodo fino alla sistemazione nell'appartamento croato.
Invece nel tabellone partenze compare una scritta rabbrividente: RITARDO INDEFINITO.
Alla vista è scoppiato il panico generale. Abbiamo iniziato ad immaginarci come Tom Hanks in The Terminal e la sua interminabile saga per ritornare in Cracosia. Ci vedevamo già invecchiate all'areoporto, accampate come barbone nell'attesa che aggiustassero l'aereo. 5 lunghissime ore ci hanno stremate finchè alle 22 siamo riuscite ad imbarcarci, tutte sfatte, sudate e incazzate nere.
La Croazia ci accoglie allo scoccare della mezzanotte. Un energumeno muto ci carica su un pulmino per portarci al nostro appartamento. Dopo 20 minuti ci accorgiamo che il centro del paese, dove in teoria avevamo chiesto di essere sistemate, era già passato da un pezzo e che il bus si stava dirigendo per strade impervie , deserte ed in salita. Ci guardiamo speranzose che quella non fosse la nostra destinazione, finchè non si ferma in una strada di campagna di fronte ad un cantiere e ci comunica tranquillamente che avremmo alloggiato lì. In più ad accoglierci troviamo i padroni di casa : lui in boxer a petto nudo con catenazzo d'oro 100 carati; lei in vestitino un po' succinto. La prima cosa che abbiamo pensato è stata di essere finite in un bordello. Chiamiamo subito l'addetta all'accoglienza , tale IVANA.
"Pronto Ivana, senta noi avevamo chiesto di essere sistemate in un appartamento in centro invece siamo finite sul cucuzzolo della montagna in un cantiere in costruzione. Trovi il modo di cambiarci alloggio, gentilmente."
"Non è vero, non siete lontane, vaffanculo". E chiude il telefono.
Ci restava da chiamare il tour operator , che però era tranquillamente impegnato in una sagra e non ci ha minimamente calcolate.
Potevamo solo arrenderci e sfogare l'arrabbiatura con il divertimento da vacanza.
La mattina dopo,infatti, andiamo in spiaggia , attente nell'osservare le caratteristiche del luogo. L'unica cosa che ho notato è che le ragazze croate sono tutte alte 1.80, magrissime, con un sederino da bambine e due gambe lunghissime, cioè tutte STRONZE.Un giorno ho visto una ragazza con le gambe alte quanto me. 160 cm !!. Comunque, la permanenza in spiaggia ha iniziato a pesarmi un pochetto. In tutto quel pullulare slavo, udiamo, ad un certo punto, un vociare familiare. Evviva, voci italiane maschili all'orizzonte!
Con nonchalance si avvicinano due ragazzi:"Scusate voi siete siciliane ma di dove?"
"No, veramente siamo sarde". E da lì inizia la classica chiacchierata da vacanza.
Nel mentre, Fruttata aveva già studiato la situazione. Furbamente osservava e scrutava la flora , la fauna e i personaggi con cui dialogavamo. Ecco che, in mezzo ad una folla di armadi croati tutti spalle e altezza dai tratti tipici del nord, scorge uno slippino nero fashion. Questa caratteristica risulta essere quasi sempre fondamentale per la considerazione di un uomo da guardare secondo i suoi canoni.
Lo slippino si avvicina domandando garbatamente se avesse potuto offrirci qualcosa da bere. Come da galateo rifiutiamo, ma sempre seguendo le regole , il ragazzo ritorna dal chioschetto con 2 tipi di tea freddo e due bottigliette d'acqua. Altro punto acquistato agli occhi della ragazza. Ma ciò che ha fatto scoccare la scintilla è stata la presentazione principesca:"Piacere, io sono GIAN FILIPPO MARIA!". Subito, la mente di Fruttata ha ricordato l'origine nobile del nome, quindi le probabili potenzialità cavalleresche che il ragazzo poteva possedere.
Arriviamo nella piazzetta nel solito locale , PADRE. Lì, con un sottofondo danzante, i due iniziano a cercarsi reciprocamente finchè il Visconti non riesce a conquistare Fruttata, che con i suoi azzeccati abbinamenti serali fa perdere completamente il senno al giovane.
Nel mentre, avevamo fatto amicizia anche con 3 nostri conterranei, per questo soprannominati genericamente I SARDI. Uno di loro,elettricista completamente ubriaco, cerca di adottare la stessa tattica del Visconti con la sottoscritta:"Sai, io ho una storia, ma lei mi ha detto FAI QUEL CHE VUOI. Sai, io adoro le ragazze more, mediterranee, ricce e formose. Ce n'è una, infatti, che mi ha letteralmente FATTO PERDERE LA CENTRALINA!". Altra frase da raccogliere nel dizionario delle frasi più assurde dettemi da un uomo!
E così, il primo giorno si conclude con 15 uomini italiani che ci scortano fino alla stazione del taxi, dove un centenario tassista senza denti e perlopiù ubriaco, ci aspettava per scortarci nel nostro tugurio isolato.

To be continued....

martedì 5 agosto 2008

La settimana dello straniero



Sardegna, meta turistica rinomata durante la calda stagione. Crogiuolo di turisti che approdano nell'isola carichi di belle speranze. Tutti pronti alla fiera dell'abbronzatura, dei muscoli e dei mini vestitini che mostrano agli ospiti le formose curve di noi autoctone. E, se la Costa Smeralda è la Milano dell'isola, Cagliari è un po' come Roma. Capoluogo affollato, che offre ambientazioni marine e storiche.
Insalata, ovviamente, non poteva mettersi da parte di fronte alla gradita visita di 130 ragazzi provenienti da tutto il mondo, arrivati a Cagliari solo ed esclusivamente per godersi le bellezze della città.
Ieri, infatti, sotto richiesta di V., siamo andate a supportare una sua amica che è l'addetta all'accoglienza.
Le nostre aspettative erano a dir poco megalomani. Ci immaginavamo 130 gnocchi di tutte le razze e i colori, belli , aitanti e soprattutto curiosi di conoscere approfonditamente l'ars amatoria delle ragazze sarde.
Ci imbellettiamo e ci rechiamo curiose come scimmie al Bastione, dove iniziava la settimana di intrattenimento etilico degli stranieri. Arrivate cerchiamo subito F., in modo tale che ci informasse e orientasse subito in questa folla internazionale.
Il primo soggetto con cui abbiamo a che fare è un altro amico di Caterino Caselli, dal nome impronunciabile: Guano, Juanito, Juno. Insomma, non ho nemmeno capito come si chiamasse. Prima di tentare l'impossibile comunicazione con Mister Capello Piastrato, conoscevamo già un suo notevole dettaglio. Pare , infatti, che avesse aperto la porta completamente nudo , quando F. ha bussato nella sua stanza:
"Toc.Toc. Soy F. Se puede entrar??"
Lui, in tutta la sua nudità e con un sorriso smagliante, la accoglie con nonchalance dicendole: "Tassista aver detto che ragazze di Cagliari molto belle ma io penso che tu essere più molto bella!". Lei, in tutto ciò, era effettivamente un po' spiazzata, dato che il suo viso corrispondeva con un punto cruciale , essendo lui alto 2 metri.
"Ciao (Hola anche a te lassù. Con chi devo parlare dei due?). Grazias Grazias. Il tuo complimento este muy preçioso".
In 1 ora abbiamo capito che costui sapeva solo ripetere quella frase. Ci avrà detto "Tu più molto bella" circa una 30ina di volte. Tutta la fervida immaginazione su di lui nudo è precipitata in 2 secondi netti.
Primo soggetto, scartato.
Dopo un po' è la volta di Tarzan in versione surfista. Questa volta, elemento regionale. Capello riccio fluentissimo, abbronzatura color cioccolato e abbigliamento molto "esercito del surf", si avvicina spavaldo all'ultima componente del quartetto: F2. Non si sa perchè, si presenta in spagnolo, tanto che siamo costrette a presentarci anche noi con il nostro linguaggio maccheronico:"Piacere noi siamo de C.A.G.L.I.A.R.I". Appena intuito che poteva esprimersi liberamente, ha dato il via al metodo di approccio del conquistatore:"Ma, come mai sei di Cagliari e non ci siamo mai visti??? Hai due occhi che mi spiazzi. Perchè non ci fidanziamo???". E così per 5 ore filate. La serata iniziava a stressarci. Non capivamo nulla, non sapevamo comunicare con nessuno ed eravamo circondate da 150 assatanati di tutto il mondo e , soprattutto di tutte le età.
Mentre io e F2. cercavamo di svincolarci da Tarzan, V. si dava alla pazza gioia scroccando le consumazioni gratuite degli stranieri. Tanto che ad un certo punto la vediamo danzante tra un gruppo di over, ma molto over, evergreen.
"Emyyyyyyyyyyy, F2 venite qui daii, ballate con me, F. e Juan ,Carlos, Marcos, Josè, Pedro, Enrique, Pablo, Julio, Miguel ed Esteban ".
La formazione anziani del Real Madrid non aspettava altro che 4 giovani ragazze con cui fare i galli cedroni.
"Uhhh Guapissime. Encantado".
Noi, sconvolte di fronte al pelo fluente che usciva dalle camicie di questi anzianotti che tentavano in ogni modo di farci ballare e non solo.
"Cuando vosotros venire in Espana, noi trovare. No problema para numero, un , dos , tres , cuatro, cinque chicas".
"Si, si contaci, fidati, senz'altro!".
"Posso cantar la Flaca para vosotros??'". E inizia un coro interminabile di canti di Jarabe de Palo. E menomale che data l'età non hanno intonato Julio Iglesias, se no sarebbe stato proprio l'apice.
V. , intanto, si guadagnava il titolo di REINA DE TDM, conquistando tutto lo staff dell'organizzazione e tutti gli spagnoli con il suo fascino alla Audrey.
Di fronte al flop delle aspettative, aveva deciso di non pensarci e di cercare un espediente per dimenticare. F. , invece, ha ceduto al fascino della "ç" di uno spagnolo in pabasse (cioè mocassino con le frange, indossato rigorosamente senza calze), mentre io e F2 eravamo disperate e stressatissime non sapendo dove andare a parare in tutto quel casino.
"F. ma porca miseria, possibile che su 130 non se ne salvi uno, ma dico, uno???"
"Guarda , lasciamo stare, io non ce la faccio più, me ne voglio andare. C'è questo spagnolo del cazzo che non fa altro che appiccicarsi come una cozza. Mio padre è meglio. Ciò significa che questo non ha capito proprio nulla".
L'unico decente e normale , con due occhi di ghiaccio fulminanti e che soprattutto parlava perfettamente italiano, è stata la salvezza della serata.
Ora siamo timorose che V. ci introduca in altre avventure con questi soggetti che devono permanere a Cagliari tutta la settimana. Io e F2. siamo terrorizzate. Io stanotte ho sognato gli spagnoli e volevo fuggire a gambe levate. Lei ,arrivata a casa, mi ha mandato un messaggio di esultanza ed incredula felicità per esser scampata alle grinfie di Zio Marcos.
Che vi devo dire, sarò patriottica, ma l'uomo italiano io continuo a preferirlo. A meno che , bè, i prossimi giorni non ci riservino la sorpresa inaspettata dei nuovi arrivi. Che il cielo ce lo mandi bono, stavolta!!!

venerdì 1 agosto 2008

Non ti scordar mai del delirio



Ormai sapete che ho sempre a che fare con tanti personaggi. Nessuno di loro è visto da me con gli occhi della banalità. Ognuno è particolare e per questo occupa uno spazio unico nella mia vita.Ognuno ha intrinseca quella comicità che mi piace sottolineare, perchè colora il rapporto di una sfumatura confidenziale e allo stesso tempo ironica.
E' questo che col tempo mi ha permesso di saper scegliere di chi circondarmi, considerando i criteri di selezione che più si addicevano al mio spirito. Quasi sempre mi sono basata sulla mia capacità di osservazione, annusando le affinità e rispettando le diversità.
Così fato volle che, ben 3 anni orsono, compii la più grande pazzia della mia vita.
Ma per arrivare a raccontarvi di oggi, devo , come sempre, partire dai primordi.

Come strana fu la conoscenza di Gina, ancor più strano fu questo fatidico incontro.

Correva l'anno 2005. Un'oziosa Insalata trascorreva uno dei suoi soliti pomeriggi attaccata al tubo dell'etere. In quel periodo combatteva una sfinente guerra intestinale, che le causava ormai da tempo la cosiddetta "gastroepacolite". Vagava e rivagava su google alla ricerca di rimedi voodoo contro l'attorcigliamento del colon e, non si sa come, non si sa perchè, capitò su un blog. Dato che doveva solamente studiare, quindi significava che tutto era buono per cambiar programma, si mise a leggerlo. Riga per riga sembrava che stesse ripercorrendo a ritroso la sua strada. Quella ragazza sconosciuta aveva raccontato con parole sue la vita di Insalata, ma anche la sua vita. Ma tutto ciò era impossibile. Le due abitavano in città diverse, avevano età diverse, non si erano mai conosciute. Com'era possibile che ci fosse così tanta comunanza da aver fatto vivere le stesse esperienze, le stesse emozioni, le stesse paure di un tempo così lungo??? Non si trattava di medesime sensazioni momentanee o di affinità di gusti musicali. Si trattava di uno stesso cammino di vita. Era sbalorditivo.
Insalata non riuscì a trattenersi da scriverle un papiro. Con tutta la superstizione possibile , in quel momento, si era convinta che il destino le avesse messo di fronte il suo alterego. Sì, pensava proprio che fosse una coincidenza predestinata:
"Ciao, io non ti conosco ma non posso rimanere in silenzio. Sono stata tutto il pomeriggio a leggere il tuo blog. Ogni post è stato riesumare una sensazione che ho provato; far riemergere un'esperienza che ho vissuto contemporaneamente a te".
Da quel momento , ogni pomeriggio avveniva uno scambio reciproco di pensieri e di flussi di coscienza che l'altra carpiva immediatamente, senza conoscere nulla della sua personalità. In poco tempo la confidenza diventò totale. Una ragazza di Bologna, mai vista e mai sentita, sapeva tutto della mia vita dalla nascita, ed io ugualmente. Nessuno delle due capiva il perchè o il come. Non ci interessava saperlo. Era capitato così e basta . Non avevamo bisogno di pregiudizi o timori sulle conoscenze virtuali perchè era tutto completamente spontaneo e vero.
E Insalata, si sa, è la curiosità fatta a persona. Infatti resistette poco prima di svegliarsi una mattina e andare a prendere un treno che la portasse a Bologna, senza avvisare nessuno. In effetti, non sapeva se si stava recando a casa di una serial killer, di una lesbica disperata, di una drogata depressa, di una famiglia di pazzi. Si era alzata quella mattina di marzo , si era recata alla Stazione Termini, aveva fatto il biglietto e aveva chiamato la ragazza per avvisarla che stava arrivando a Bologna. Arrivata alla stazione centrale per i primi 10 minuti non vide nessuno. Dato che la ragazza nel blog si presentava come "dispettosa", Insalata non è che fosse proprio proprio tranquilla:"Hey ciao io sono arrivata, tu dove sei?".
"Ma ciao! Guarda io sto cercando parcheggio, riesci a venirmi incontro? Devi andare dritta, poi a sinistra, poi subito a destra, fai un corridoio, scendi una rampa, sali le scale , attraversi un ponte e dovresti trovarmi lì vicino!"
Bene. Era assicurato che sarei finita a Milano attraversando i sottopassaggi della stazione di Bologna,oppure mi stava dando le indicazioni per farmi arrivare ad un cunicolo isolato ed uccidermi. Invece , dopo il labirinto di Alice, ecco che scorsi un sorriso luminoso venirmi incontro. Era lei. Come nei migliori film, iniziammo a correre per salutarci. Io con la mia solita valigia di un quintale percorrevo il ponte come un carrarmato. Ma poi un lungo abbraccio delicato diede inizio ad un'amicizia speciale.
Avevo trovato il mio "colpo di fulmine amichevole". Tempo 10 secondi e sembrava che ci conoscessimo da 10 anni. Tempo 10 minuti e parlavo già in bolognese e lei mi diede da chiamare un tizio per le liste alla Capannina.
KIKKI era davvero il mio alterego.
Non scorderò mai quei 3 giorni di delirio.
Ne seguirono tanti altri, alternando Roma, Bologna e Cagliari, fino a quest'ultimo.

Un lungo e interminabile anno ci aveva tenute lontane, impossibilitandoci nel vederci. Tra me e me pensavo "Cara Valentina il tempo alle volte rovina le cose?". Avevo in testa un punto interrogativo grande quanto una casa. Siamo cresciute, in un anno, ci siamo evolute senza potercene accorgere l'una dell'altra. Ma quando ci si mette d'impegno, bè, difficilmente poi la costruzione cade.
I progetti per la settimana erano: mare, lezioni di canto per Insalata stonata da parte di Kikki cantante, ma soprattutto riassumere un anno in 5 giorni.
Per molti , una missione impossibile, ma per noi no.

Missione 1: la sagra dell'aragosta. Kikki è sempre stata un'amante megalomane del sole e dell'abbronzatura. Ogni anno, quando so che deve arrivare, son sempre tentata di stare una settimana dentro un forno per allenarmi alle 12 ore nonstop di sole che mi aspettano. Lei si corica ed è capace di stare ferma a farsi abbrustolire per ore ed ore senza alcun problema. Io, invece, grondo di sudore dopo 5minuti e ho bisogno di immergermi in acqua fin quando non mi squamo. Il risultato è che dopo 5 giorni di mare insieme ci scambiano per due talebane.

Missione 2: INSALATA VUOLE FARE LA CANTANTE. In tutto questo tripudio di sole ci sarebbe proprio voluta un po' di pioggia rinfrescante. E, dato che non ci pensa il clima terrestre, ci ho tentato io col mio canto. Ma non solo non ha piovuto ma Insalata ha capito che il suo sogno di sempre di riuscire a cantare è piuttosto un'impresa impossibile. La genetica ha voluto che acquisisse le doti canore inesistenti di Mamma Insalata. Putroppo non bastava aver avuto il primo microfono a 2 anni, la prima chitarra a 3 e cantare Magica Emy a memoria già da nemmeno 2 anni.
I numerosi tentativi di Kikki nell'educare la voce di Insalata sono stati completamente vani. E' meglio che continui i miei shows da sola sotto la doccia!

Fatto 3: KIKKI TRITATUTTO. Quando si dice che il Bue dice cornuto all'asino! Dovete sapere che il mio soprannome per Kikki è SBRISOLONA. Lei, infatti, sostiene che io sia un'inguaribile pasticciona, sbadata e sbrodolona. Un po' è vero, lo ammetto, ma anche lei, essendo il mio alterego, non poteva esimersi. Ecco che, in preda ad uno dei suoi soliti attacchi di fame, mentre taglia il pane , si taglia pure un dito!
Alla vista di tutto ciò è in preda allo svenimento. Quando son uscita dalla doccia ho trovato tutta la famiglia attorno alla mia amica pallida cadaverica con un dito tutto sanguinante. In questi giorni si è cambiata più cerotti che mutande e si è impuntata nell'incredibile sforzo di usare una mano senza l'indice prensile! Se io sono SBRISOLONA , lei è una gran FIFONA, eh si!!

Avrei tanti fatti, espedienti, emozioni da raccontarvi. Ma sono talmente infiniti che non riesco a sintetizzarli. Sono l'unica cosa che mi rimane di lei quotidianamente. I ricordi mi permettono di sentirla vicina nei lunghi lassi di tempo in cui non ci vediamo. E ora che riparte , lascia come sempre un grande vuoto incolmabile. Ma , alle volte, 5 giorni possono essere indifferenti nel corso del tempo, come possono racchiudere gli indissolubili ingredienti dell'amicizia e diventare eterni.
E' per questo che auguro ad ognuno di voi di riuscire a trovare nelle persone l'empatia tale da avere dei rapporti così veri per cui la comicità diventa frutto di una piccola distrazione e non di un divertimento forzato!