domenica 1 maggio 2011

Piovono Bistecche




Prima di raccontarvi ciò che mi è capitato nell'unica giornata di ieri, mi preme sottolineare che non faccio abuso di sostanze allucinogene , stupefacenti o alcooliche che mi creano allucinazioni mitomani. Che non sia molto normale ormai l'avrete capito, ma certi livelli preoccuperebbero anche una fervida sostenitrice dell'antinormalità come me.

Ore 11.30 a.m. , apro gli occhi e come sempre meccanicamente accendo il cellulare. Mi arrivano due messaggi di notifica dalla wind : " Ore 4.48 ti ha chiamato 3317xxxxxx" ; "Ore 4.50 ti ha chiamato 3207xxxxxxx". L'unico pensiero che in quel momento mi è giunto alla mente è stato :" Chi cazzo chiama alle 5 del mattino? Forse è successo qualcosa..." Mando subito un sms investigatorio per sapere a chi appartenesse quel numero e subito ricevo una chiamata :

Io: "Pronto con chi parlo?"
Voce Femminile Straniera Forse Africana :" Alò, Alò ".

Poi, chiude la chiamata. Dopo due secondi ecco di nuovo squillare il telefono :

Io: "Pronto?"
V.F.S.F.A. :" Alò Alò, Scusa, Pronto, Chi va là (?) ".

Questa volta sono io che chiudo il telefono senza dire una parola e riprovo a mandare un sms sperando che costei comprendesse maggiormente il linguaggio scritto piuttosto che quello parlato: " Chi sei? Mi hai chiamata ieri alle 5 del mattino!".

Nulla, questa volta sparisce.
Un po' perplessa continuo a domandarmi chi cavolo fosse, perchè ho sempre l'ansia che il mio numero finisca sparso in qualche bagno pubblico o cose simili ( sì, lo so, è una paranoia, ma ad ognuno le sue) .
Passano un paio d'ore e spero che l'africana si sia accorta di aver sbagliato e invece no, ecco che alle 17,30 mi arriva uno "squillino" da quel numero.
A quel punto mi incazzo proprio e richiamo inveendole contro per sapere chi fosse e cosa volesse da me , ma la chiamata si risolve sempre con "Alò Alò Scusa...", prima dalla voce femminile, poi da una voce maschile, con sottofondo di una bimba che grida e piange come un'ossessa.
Sempre più basita, capisco che parlare italiano con quegli interlocutori era come parlare arabo con la sottoscritta, per cui provo con un ultimo e disperato tentativo: l'inglese, prima scritto e poi (pseudo) parlato: "Who are you? I found your call at 5.30 a.m and p.m". Avrei voluto anche aggiungerci un azzeccato fuck , ma mi sono trattenuta.
Ecco di nuovo la loro chiamata e a questo punto si scatena l'Inferno, anche se in realtà pareva più un film di Alberto Sordi :

Io : "Pronto, Hello, Alò, Hola "
V.F.S.F.A. :" U ar iu?" ( Pronunciato proprio come l'ho scritto).
Io: " No, U ar iu? " ( Idem come sopra per me...)
V.F.S.... :" Ai didin no iu "
Io: " Mi tu. Iu colld mi dis morning et faive a.m end nau at alf faive p.m "
V.F.S PURE INCAZZATA : " No Ai didin coll iu. Tudei Ai coll mai sister"
Io: " Ai em not ior sister. Ai don no u ar iu " .
Poi , già agitata e sudata alle prese con un inglese maccheronico , perchè in quel momento mi sopraggiungevano solo parolacce in dialetto , chiedo alla mia amica seduta a fianco a me come caspiterina si dicesse "Cancella questo mio numero, cazzo".
Io: " Diletit mai namber. Meibi iu ar rong bicos ai don no u ar iu, iu don no u em ai..." De pen is on de teibol, Mister Braun gos tu scul ... Tra l'altro il discorso comprendeva altre mille frasi sconnesse in un inglese pessimo . Alla fine si è concluso con un " Ok " della tipa, stop , chiuso, sbattuto il telefono in faccia.
Sono rimasta allibita per un buon arco di minuti, poi ho continuato la mia giornata.
Ma sarebbe stato troppo bello se fosse finita lì. E invece no...

Erano le 9 di sera e svettante su dei "Tronchetti Provera" tacco 10 , capello fluente e una busta in mano contentente una quiche lorren per una cena di compleanno , mi avvio a percorrere 700 m per arrivare a casa della mia amica. Lungo il tragitto le vie non erano affollate, ma comunque c'era ancora un po' di via vai , dato che mi trovavo in pieno centro ed era sabato sera.
Ad un certo punto, mentre sgambetto, vedo arrivare verso di me un oggetto volante non identificato ad una certa velocità, che mi sfiora il braccio. Potevano essere gli Ufo; poteva essere una cagata degli uccelli malefici che ti vogliono battezzare mentre sono in volo; poteva essere un regalo dal cielo... Invece era una BISTECCA di maiale!!
Non sto scherzando. Vi ripeto, non avevo bevuto, nè ero fatta. Da una direzione indefinita, ad una velocità notevole, qualcuno ha lanciato una bistecca di capocollo verso di me. Ed era pure una bella bistecca!!! Tutto questo, poi, alla faccia della crisi!
Presumo provenisse da una macchina, data l'altezza e la velocità del lancio , ma non ho avuto modo di verificare. Insieme a me, altre due signore vittime della bistecca, che sbigottite guardavano l'asfalto dove giaceva il bel pezzo di carne con annesso osso. Nessuno sapeva chi volessero colpire ;nessuno sapeva chi fosse stato; nessuno sapeva da dove provenisse; nessuno conosceva la nuova moda del lancio di bistecche, ma io avevo due certezze :

1) Se mi avesse colpita, facendomi decisamente male data la velocità e la presenza dell'osso, e fossi dovuta andare a farmi medicare o comunque aiutare dicendo che mi era arrivata una bistecca volante proveniente da una macchina, sicuramente mi avrebbero ricoverata in neuropsichiatria, senza credermi.

2) Sicuramente non me l'hanno lanciata perchè mi hanno vista deperita!

Ovviamente quando l'ho raccontato mi hanno creduta in pochi e quei pochi che l'hanno fatto mi hanno presa per il culo . Per cui alle 3.30 del mattino, approfittando del fatto che passavamo casualmente di lì per tornare a casa, ho mostrato il corpo del reato a dei miei amici, a conferma del fatto che non stessi delirando e che sì, sono matta, ma per dei motivi giustificati!!!

Infine, per concludere al meglio la bella giornata, arrivo sotto casa e ad aspettarmi c'era un simpatico signore abbracciato ad un palo che lo coccolava amorevolmente.

A questo punto mi aspetto il bianconiglio e la regina di cuori che cerca di tagliarmi la testa...

martedì 26 aprile 2011

La Gallina che non sa dove fare l'uovo



Non so se vi è mai capitato di non sapere dove fare l'uovo come le galline e vagate vagate senza sapere dove andare e dove stare . In qualunque luogo vi trovate , a meno che non si tratti di Bali o di un atollo della Polinesia, non trovate pace . Un continuo Ballo di San Vito, punti da una tarantola impazzita. E quindi disfi, ricomponi, ridisfi, vieni e rivai, su , giù , qui , lì ma nulla, non ti passa proprio.
Ultimamente mi sento proprio così . Oddio se consideriamo che "ultimamente" equivale a sette anni, la questione diventa abbastanza preoccupante. Diciamo che ci sono dei periodi in cui si amplifica. Ma partiamo dall'inizio.
Quando decidi di diventare un fuorisede e quindi dividere volontariamente la tua vita a metà , dovresti considerare che poi diventi in automatico uno senza dimora fissa. Hai due case, hai due stili di vita diversi, due vite differenti proprio. Però, nonostante questo, senti che nessuna delle due ti appartiene ancora davvero in modo totale.
Sicuramente è dato dai contesti e dalle situazioni contigenti che capitano, ma vi assicuro che "Io Vagabondo" si sentirebbe più stabile della sottoscritta.
La Prima Vita: Roma. E' la principale, quella che ho scelto con coscienza, doveva essere il mio rifugio salvifico. Un tempo, se m'aveste chiesto o anche solo nominato la parola "Roma", vi avrei subito ammorbato con un elogio infinito . Non esisteva difetto in quella città e nella vita che vi conducevo. Anche se in realtà non era così , io volevo vedere positivo a tutti i costi . Ora inizio a non reggere più il traffico , i tempi infiniti e anche in casa Dio me ne scampi dall'invasione di "Attila e gli Unni" che da un po' di tempo abitano con me. Per cui, sfinita da ciò, attendo con ansia il rientro in Sardegna, sognando beata pace, relax e tranquillità. Invece...Povera me illusa!
Certo che anche io dovrei ricordarmi più spesso che la vita in famiglia è uguale alla totale assenza di privacy e che quindi la santa pace è un vero e proprio miraggio!
La Seconda Vita: Sardegna. E' il luogo natìo, quello stabile , eterno e , per l'appunto, quello che ancora credi un paradiso terrestre.
E sarebbe così se mia madre non fosse stata anche lei punta da una tarantola che la porta a non riuscire a stare ferma un minuto dalle 7 del mattino, tranne i momenti in cui si incanta a guardare tutti i programmi esistenti su RealTime. Anche quando dorme è in movimento, dato che russa come un camionista. E quindi è sempre un tram tram, vieni, vai , torna, e il cane che abbaia e l'aspirapolvere e il phon e il telefono che sembra quello di Berlusconi "e questa è casa miaaaa e qui comando iooooo, ogni dì voglio sapereeee chi viene e chi va!" .
Ogni mattina mi sveglio con i capelli dritti invocando Santa Pace. Sì sì, lo so, sono anche io insofferente, molto insofferente. Mi ci vorrebbe una di quelle passeggiate al mare rigeneranti. Ah no, è vero, da quando ho messo piede in Sardegna ha iniziato a diluviare ininterrottamente, fa un freddo cane, c'è l'uragano ...yuppidù!! Mi viene in mente, ora che ci penso, il film "Mangia, Prega, Ama". Quando l'ho visto ho pensato subito: "Ecco cosa mi ci vorrebbe!". Poi ho aperto il mio portafogli: euro 5, 84 centesimi e mi sono detta :"Mangia per consolarti, Prega per disperazione, Ama qualcuno se riesci a trovarlo...ma tutto qui vicino dato che al massimo riesci a fare il giro dell'isolato con quella cifra!". D'altronde ci credo che la protagonista è riuscita a trovare l'equilibrio e la soddisfazione dedicandosi un anno intero a viaggiare tra cibi goduriosi, santa pace spirituale e concludendo il tutto a Bali a fare baldoria con Javier Bardem! Diciamocelo, chi non lo sarebbe? Un anno in cui cazzeggi in giro per il mondo. E' il sogno di tutti! Ma prima o poi anche io riuscirò ad aprire il mio bel chioschetto di Piadine in Papua Nuova Guinea! E voi mi potrete dire:"Ma lì ci sono gli Tsunami, Terremoti, Maremoti, Uragani!" . E io vi rispondo: "Dopo tutto questo che vi ho raccontato la mia vita non è comunque colpita da Tsunami, Terremoti, Maremoti e Uragani? Ecco...allora meglio che il destino agisca mentre sono in pareo abbronzata a bere mojito piuttosto che in pigiama e felpa di pail a bere le tisane contro la cellulite...o no?"

mercoledì 20 aprile 2011

MI MANCHI




Ricordo quando ci siamo incontrati. Era un evento predestinato, me lo sentivo dentro da tempo. Sapete quando capite di appartenere a qualcosa? Ecco, era successo proprio così. Era capitato per caso, come in tutte le più belle storie d'amore. La cosa buffa è che non mi ricordo come, nè perchè. Ricordo perfettamente quando, però. Un giorno qualunque di tanti anni fa, uno di quei giorni in cui non ti aspetti nulla di sorprendente e invece un po' per gioco, un po' per fatalità...
4 ottobre 2005. Da quel momento mi sono ritrovata completamente immersa in te. Senza sapere il perchè.D'altronde tutte le storie iniziano e finiscono senza un motivo. Anche se forse lo sappiamo sempre, ma lo capiamo dopo.
Sono stati quattro anni intensi. Ogni giorno insieme. Giorno, notte, in qualunque momento, a qualsiasi ora tu eri lì, pronto ad ascoltarmi senza mai giudicarmi. Ti ho amato tanto proprio per questo , perchè sapevo che potevo confidarti i miei segreti più intimi con la pazzia che mi contraddistingue e tu in silenzio mi ascoltavi facendomi sentire libera. Allo stesso tempo , poi, li mostravi agli altri con discrezione e rispetto , facendo emergere la mia vera essenza, quella pura , spontanea, gridando inconsciamente :"Hey è lei Insalata, è proprio lei!". Posso dire , sì, che siamo cresciuti insieme , vero? Perchè è con te che sono andata alla ricerca e scoperta di persone e modalità di pensiero diverse. Ma , soprattutto, è grazie a te che ho compreso la bellezza dell'essenza di immagini, volti e parole concrete.
Poi è arrivata la crisi, improvvisamente. Io mi sentivo poco stimolata, forse a causa dell'abitudine e dell'opprimere della quotidianità. Tu ,d'altro canto ,hai reagito in modo passivo a questa continua altalena che mi impediva di abbandonarti definitivamente. Fino a che non ti ho tradito. L'ho fatto nel modo più banale e vigliacco che potesse esistere. Sì , ho preferito l'omologazione e la semplicità e senza dire una parola me ne sono andata via.
E ora eccomi di nuovo da te. Avresti potuto insultarmi, rimproverarmi che ti vengo a cercare solo nei momenti di estremo bisogno e invece, no, sei ancora qui ad accogliermi in silenzio, come prima e chissà, forse più di prima.
Perchè ? , ti chiederai. Perchè mi manchi. Perchè mi è impossibile dimenticare la purezza e la spontaneità. Perchè non posso rinnegare me stessa. Perchè la nostra, mio caro BLOG, è una vera e propria follia d'amore.

sabato 23 ottobre 2010

QUANDO INIZIA UNA CRISI E' TUTTO UN PO' CONCESSO....(RITORNO E VADO VIA)




Lo so, mea culpa, non scrivo quasi mai. La mia vena creativa si è atrofizzata ultmamente e pare essere stata sostituita da SpiderPork.

E' colpa di questa crisi mistico-esistenziale-economico-sociale che sto attraversando. Sto per entrare nel mio 7° anno di permanenza romana e , si sa, questo anniversario è sempre precursore di crisi. Per farvela breve, ho dovuto ricominciare quasi tutto da capo. Trovare coinquilina nuova, trascinarmi con una carogna sulle spalle nel mio pseudo percorso universitario, cercare un ago in un pagliaio, ovvero un'occupazione. A parte il casting per il Grande Coinquilino e i suoi candidati, che mi ha mostrato quanto può essere variegato e assurdo il mondo dell'umanità e quanto io possa essere imprevedibile, ho constatato che molto probabilmente riceverò prima la chiamata del Signore, piuttosto che quella di un datore di lavoro. O almeno, prima o poi sono sicura che la Sua chiamata arriverà , mentre il lavoro no.

Sono mesi e mesi che mando curricula a destra e a manca per qualunque tipo di professione civilmente accettabile (quindi sono esclusi callcenter, agenzie immobiliari e magnacci). E sono mesi e mesi che questi curricula si autodistruggono. Ho anche pensato di cambiare l'oggetto delle email da "CANDIDATURA PER .."a "FOTO HARD", così magari sono sicura che almeno fanno il tentativo di aprire quel cazzo di messaggio.

Ma d'altronde ormai c'è competizione e crisi anche nel mondo delle "nobildonne". Ce ne sono troppe, molte pure gratis. Ora devi essere una escort d'alto bordo con requisiti da modella o, ancora meglio, un trans. Se no, non ti vogliono nemmeno in quel campo. Voi scherzateci, ma è tutto vero. D'altronde ce l'ha confermato quella sorta di Malgioglio De Noantri dello gigolo che si è presentato al Grande Fratello. Dopo essere stato messo in cassa integrazione ha avuto il coraggio ( sì !perchè con un tipo del genere "coraggio" è proprio il termine più appropriato) di dedicarsi alla professione di "accompagnatore per signore".

Queste sono le conseguenze della crisi. Disperati e disperate che fanno cose assurde. Ed io, nel mio piccolo, me ne sto accorgendo ogni giorno di più. No no, tranquilli, non ho scelto di intraprendere la carriera della passeggiatrice, per ora mi accontento della vita da casalinga disperata. Le mie giornate assomigliano a quelle di Signora Franca, arzilla 70enne alla ricerca di un fidanzato che ha deciso di rivolgersi all'Imperatrice Maria (De Filippi) per trovare l'uomo della sua vita. Signora Franca ci descrive la sua giornata, caratterizzata da passatempi come cucinare il bollito, fare il punto croce e andare a giocare al Tombolone. Ecco, più o meno è così anche la mia.

E' sovente che decida di sfogare la mia insoddisfazione a suon di mattarello. Dato che non posso darlo in testa a nessuno, lo sfrutto per impastare e stendere . Così , a 25 anni, casa mia pare più la cucina della mensa dell'ospizio di Villa Clara. Il lunedì è il giorno della torta, il martedì della pasta all'uovo fatta in casa, il mercoledì del ragù , il giovedì delle zuppe e così via. Il bello è che poi la maggior parte delle cose vengono distribuite agli altri, se no la mia disoccupazione diventerebbe anche sintomo di obesità. Così, dato che dedicavo più tempo alle zucchine che all'intelletto, ho anche pensato di poter sfruttare questa mia vena che mi porto appresso fin dall'infanzia per un futuro lavoro. Sono andata ad aiutare un mio amico chef per preparare una cena di un evento importante. La conseguenza è stata 5 ore di lavoro soddisfacente, condite con sugo al sapore di mignolo umano. Ovvero, mi sono affettata un mignolo che mi è andato in infezione e lo chef , poi, non mi ha nemmeno più richiamata.Sandukul , lavapiatti pakistano, svolgeva accanto a me regolarmente il suo lavoro retribuito. Perchè io no? Non è questione di razzismo. Anzi sono fermamente convinta che in Italia ormai si è più razzisti nei confronti degli italiani stessi, piuttosto che con gli stranieri. E ne ho avuto una conferma personale. L'altro giorno mi sono recata alla 3 per effettuare un abbonamento telefonico. In fila , prima e dopo di me, filippini, rumeni e pakistani. Tutti pronti e felici di avere di lì a poco tra le mani un bel Iphone 4. Arriva il mio turno: "Ah ma lei non ha un reddito??? e COME MAI?". Mi sono vergognata e ho dovuto inventare di avere un contratto stage e che il mio titolare non mi aveva ancora regolarizzata . " CI DISPIACE MA SENZA UN REDDITO LEI NON PUò' FARE NIENTE". Senza un reddito, quindi senza un lavoro, in Italia, anche se sei una persona valida, per bene, onesta ...sei NULLA. Non sto scoprendo l'acqua calda, ma vi confesso che provarlo sulla propria pelle non fa molto bene alla salute, soprattutto mentale. La mia povertà e il mio nullafare, volente e nolente, si ripercuotono spesso sulla mia quotidianità. Stasera credo di aver toccato il culmine. I miei neuroni a furia di non lavorare, si sono persi. La crisi fa brutti scherzi. Non solo non riuscivo ad arrivare dall'Isola Tiberina a Piazza Trilussa, che dista 350 m, ma poi ho fatto proprio una grandissima figura di merda. Ve la devo raccontare, anche se mi vergogno come un cane. Io ed una mia amica, anche lei disoccupata iscritta a Scienza delle Patatine Artistiche, dato che siamo povere in canna, decidiamo di optare per una serata low cost: panino dello zozzone e birra a Trastevere. Dopo aver , però, constatato che il panino in realtà fosse più caro di quanto ci aspettassimo, ordiniamo una triste scweppes al limone lei e una 0.20 io in un baretto dietro S. Maria in Trastevere. Dato che non ci hanno portato immediatamente lo scontrino e la posizione era favorevole ci guardiamo e decidiamo di scappare, come du sceme. Pareva una scena di Fantozzi. Una delle piazze principali del quartiere, io che correvo senza sapere dove andare, la mia amica che arrancava e....dietro il tipo del locale che ci aveva sgamate in pieno e ci rincorreva gridando "RAGAZZEEEE IL CONTOOOOOOOOOOO". A fianco a noi, in tutto questo... i carabinieri. Mi vedevo già con le manette a Rebibbia : " Scusami hai ragione, torniamo subito, ci abbiamo tentato, umilmente scusa , non si sa , ma sai noi... ti prego portaci lo scontrino all'angolo, giuro che non scappiamo, ma ora mi vergogno troppo di tornare al locale, vengo a testa bassa blablabla". Io parlavo, parlavo e parlavo per riempire quel cazzo di vuoto creato dalla figuraccia immane, mentre la mia amica, in bilico tra il ridere e scavare una fossa, era muta come un pesce. Il bello è stato che il tipo era proprio tranquillo e sorrideva anche...ed era pure molto carino...tanto che , ovviamente, la mia mente bacata ha subito pensato la frase: " Guarda nun c'ho n'euro bucato, posso farmi perdonare in qualche altro modo?!", ma di sicuro lui ha pensato : "Guarda ste du morte de fame che per sei euro se mettono a scappare , che poracce, dove vojono annà, c'hanno pure il fiatone?!"... Ma d'altronde...

Quando inizia una crisi è un po' tutto concesso quasi come a carnevale.. Quando è in corso una crisi dimentico tutto e posso farmi perdonare!!

Sono ritornata, ma vado subito via...magari in qualche isola sperduta!! Intanto buon ascolto ...

giovedì 28 gennaio 2010

SFIGABOOK: MI SA CHE SPERANO SOLO GLI ORTAGGI...


...Gli umani, non più!

Vi ho qui riuniti per riflettere su una piaga del mondo. Da quando facebook si è impadronito della nostra vita accadono cose con cui nella realtà non ti saresti mai augurata di avere a che fare.
Quando hai cliccato il fatidico REGISTRATI sul socialnetwork ti sei volontariamente introdotta nell'inferno.
Avevi giurato di non iscriverti mai, perchè "Io, figurati, è una cosa da sfigati, che me ne faccio?? Non me ne frega un kaiser di ritrovare i compagni di incubatrice dell'ospedale geriatrico. E' un sito per viscidi marpioni ". Poi, zaac, hai preso il tuo sacco a pelo e la tua tenda e li hai piantati sul sito, assoldando anche un'identità spirituale che facesse le tue veci durante le assenze e durante la notte, quando ti concedi quelle 2-3 ore di sonno.
Inizialmente eri tutta felice , aggiungevi amici su amici e questo magico mondo sembrava Carramba che sorpresa senza la risata grassa della Carrà!
Quando vedevi che il tuo elenco scarseggiava, ti sentivi un asociale, un'esclusa e quindi andavi a tirare fuori i morti dalle tombe pur di incrementare la tua lista.
Ed è inutile che lo neghi, perchè tu, se sei qui a leggere, vuol dire che in un modo o nell'altro sei un facebookiano!!
Il tempo passava e piano piano iniziavi ad immergerti nel magico mondo delle inutili e viziose applicazioni, di cui non capivi una mazza e che aggiungevi così, a caso.
La tua pagina si arricchiva di Viados domestici da nutrire, Fattorie con animali di Cernobyll da mantenere, Ristoranti Manicomio da gestire e strane applicazioni fregatura che , con la scusa di aggiungere automaticamente la lista amici della tua rubrica, mettevano in piazza il tuo profilo .
Mai l'avessi fatto!! Si è scatenato l'inferno e Facebook si è trasformato in... SFIGABOOK!
Ogni sacrosanto giorno mi arrivano richieste d'amicizia dalle categorie più impensate e impensabili di uomini.

- I TALEBANI: " Abdullakakhalalà ti ha chiesto l'amicizia". Guardi la richiesta, clicchi su quel nome composto da lettere a casaccio e ti si apre una pagina. Nella foto profilo quasi sempre intravedi: - BANGLADESH/PAKISTAN , spesso in posa ebete con una rosa in mano. Se guardi bene, noterai anche lo sfondo di qualche piazza famosa. E allora lì capirai che sei stata prescelta per vincere 1 mazzo di rose di plastica. La seconda opzione raccoglie tutti i medio-orientali. Per un attimo speri di leggere RAZ DE GAN ti ha chiesto l'amicizia, ma subito ti accorgi che invece è RAZU DECAHAN , in una foto in mutande, quando le indossa. Se rifiuti l'amicizia ti arriva un messaggio privato scritto in ostrogoto" Miss ahlahahahakalaaah I sono RAZU, tu kalahahahahkhakà beautiful TETTE". Ovviamente capisci che sono interessati soprattutto al tuo brillante intelletto...

-GLI ANZIANOTTI INGRIFATI : "Mario Rossi ti ha chiesto l'amicizia" . La foto in genere è sempre sfocata od omessa per nascondere l'isola di Pasqua e i capelli ormai inesistenti. Ma ti bastano subito due piccole informazioni per desistere: DATA DI NASCITA: 8 LUGLIO 1945. Ti ricordi che tuo padre è del '49 e pensi che molto probabilmente costui sì, potrebbe essere tuo nonno:; 35 AMICI, tutte donne, di nazionalità estera, soprattutto dell'est. Ignori anche costui e ti arriva sempre il famoso messaggio privato :" Ciao Emy, come mai hai rifiutato la mia richiesta? Non ti piacciono gli uomini maturi? Non lo sai che sono i più esperti?". Rabbrividisci e ti auguri che costui incrementi l'industria porno anzichè sperare vanamente di sedurre qualche giovane donna sana di mente.

- I COATTONI "O FAMO STRANO": "Manolo Pappagallo ti ha chiesto l'amicizia". Apri sempre la pagina, domandandoti ogni volta perchè lo fai e lì ecco un altro mondo degno di nota.
Foto in bagno in canotta della salute bianca con catenazzo pendente d'oro 100 carati. Fisico robusto, spesso un po' unto , indossa boxer che lasciano intravedere cose di cui non te ne frega un emerito. La pagina è tempestata da foto di sederi, tette, veline, pornine e frasi tipo "CHI PRENDEREBBE A SCULACCIONI IL CULO DELL'ARCURI" oppure "QUELLI CHE TRA TETTE E CULO NON SANNO CHE SCEGLIERE". Insomma, tutte citazioni regali. Rifiuti l'ennesima volta ma il messaggio privato che ti arriva non ha niente a che vedere con quelli di prima :" Aòòòòòòòò A INFAME, E' ARIVATA A PRINCIPESSA DER PISELLO! ABBELLA ANVEDI DE SCIALLARTI CHE SE TE LA TIRI COSì TE SE ROMPE!". Così , per un attimo pensi a tua madre e ad un 'ipotetica presentazione: "Mamma questo è Manolo". Madre con tachicardia . "Abbella signò come butta", rumina l'energumeno. Madre morta d'infarto. Figlia diseredata.
Tiri un sospiro di sollievo e pensi che per fortuna sei dotata di buon senso.

E, dulcis in fundo...

- GLI SCAPOLI SFIGATI " Nessuno me la da, elemosiniamola in internet": "Franco Maria Bruttini ti ha chiesto l'amicizia". Già il nome dovrebbe farti desistere ma tu no, imperterrita continui a cliccare sulla famosa pagina profilo. Ed è proprio con quest'ultima categoria che inizi a bestemmiare e a pentirti amaremente di averlo fatto. Vedi un quarantenne brizzolato, con occhiali spessi 4 cm o leggermente strabico, notevolmente sottopeso o sovrappeso , vestito da sua nonna, con la quale,molto probabilmente, convive. Sei una stronza, lo sai, ma non riesci ad andare avanti nell'esplorazione della pagina e rifiuti istericamente. Ma poi non ti arriva IL MESSAGGIO, ma una caterva infinita di messaggi privati che ti portano a chiamare personalmente l'amministrazione di Facebook per eliminare dalla faccia della terra questi individui inetti e utili solo allo stalking : "Ciao Emy, io Roma , entra su facebook, amicizia". Non rispondi. " Emy ,roma, entra su facebook". Non rispondi. " possiamo ciattare insieme?". Non rispondi. " Io sto cercando la mia principessa". Non rispondi. " Vorrei fare l'amore con te ". Non rispondi. " Non ti piacerebbe fare una passeggiata romantica e poi fare l'amore al chiaro di luna e poi io inizierei a baciarti il collo e poi.."
E lì perdi la pazienza. In preda ad un raptus acido, ti dimentichi cosa significhi essere diplomatiche e signore fini e rispondi " PREFERIREI FARMI TOCCARE DA AVATAR PIUTTOSTO CHE DA TE. SEI UN VECCHIO BAVOSO E SFIGATO". Poi ti fermi lì, ma gli insulti sembrano eccitare ancora di più l'essere viscido " Perchè dici così? Io ti avrei potuta e voluta AMARE"...

Intoni un sonoro e potente VAFFANCULO , blocchi e segnali per oscenità il povero sfigatello che indossa gli occhiali per troppe elucubrazioni fisiche e capisci che non c'è più speranza. Vai in cucina, fumi una sigaretta, affoghi i tuoi dispiaceri su una birra e ti prometti che il giorno dopo ti cancellerai dal sito. Ma , è inutile dirlo, poi non lo fai...

giovedì 21 gennaio 2010

FIGABOOK: ANCHE GLI ORTAGGI SPERANO




Non è un tom tom per maschi inesperti che vogliono navigare nel (non poi così tanto) complicato corpo femminile.
Non è nemmeno una rivista porno del nuovo millennio.
Non è neanche un ‘applicazione di facebook dove stormi impazziti possono trovare un nido.
Ma allora cos’è figabook? Di cosa parla questo libro dal titolo così diretto tanto da sfidare Melissa P. con i suoi quotidiani cento colpi…di spazzola?

Figabook è una fiaba. Non ci credete vero?
Avete la faccia inorridita e impettiti state per iniziare un discorso moralista sulla degenerazione sociale?
Sedetevi, rilassatevi e provate a fare come quando eravate dei bimbi e bramavate dalla curiosità di sentire la favoletta.

C’era una volta il principe azzurro. Sì, esatto, c’era. Ora al massimo esiste il principe con le lenti a contatto azzurre.
Per cui, belle principesse addormentate, datevi una svegliata, perché è arrivato il turno di sognare il Pisello azzurro.
Questa sarà la chiave che aprirà il vostro castello della felicità.
Nell’epoca del trombamico, in cui gli amici ti offrono le loro spalle possenti non per asciugare le tue lacrime, ma per farti commuovere di gioia fisica, Valeria Luzi ci racconta con ironia la visione soggettiva di una patata.
Nell’epoca del Sex, No Sex, Molto Sex, Poco Sex and the city, mancava ancora un libro che , per una volta, raccontasse davvero le (dis)avventure che i nostri fiorellini di campo devono vivere prima di trovare lui, perfetto, coraggioso, forte …il pisello dei sogni, per poi lasciarlo lì, proprio in quei sogni che rimarranno l’unica nostra speranza.
Detto così potrebbe sembrare un malsano tentativo di descrivere il sesso con superficialità e volgarità. Ma l’obiettivo di Figabook è descrivere , attraverso il sesso, tutte le sfumature che esso nasconde negli animi dei giovani che si affacciano a scoprire Il Nuovo Mondo. Un mondo che vogliono conoscere con spavalderia e presunzione, lasciando da parte quell’ingenuità e curiosità che un tempo lo rendeva una favola da sognare.
Così Patatina, la protagonista parlante del romanzo, è anche la voce del nostro tempo che, come un grillo parlante delle giovani donzelle, racconta con una vena dissacrante “le mille e una avventura” che in quelle notti d’occidente ha vissuto per sua (s)fortuna.
Allora cosa aspettate? Mettete in pentola piselli e patate e dopocena pronti a sorridere con la giusta ironia, la stessa che poi vi servirà per far finta di nulla quando vi renderete conto che nemmeno il pisello azzurro esiste e con gli occhi languidi sarete costrette a dire “Dai, caro, non ti preoccupare, capita a tutti, magari sei stanco” ! O, se siete ometti che amate l’ironia come sale della vita, farvi una sana risata conseguente!

martedì 12 gennaio 2010

L'erba dei vicini ai vicini di Erba




Sono circa tre anni che abito in un condominio di un quartiere residenziale non lontano dal centro di Roma in una zona non malfamata.
L'età media degli abitanti del palazzo è di circa 80anni.
Sembrano tutte persone tranquille. Ognuna con la sua stranezza, ma fondamentalmente anzianotti innocui. A parte uno che si è impiccato l'anno scorso. A parte un picchiatore che si aggirava per aggredire donne sole. Ma, fondamentalmente, "un palazzo tranquillo".
Nel mio appartamento prima abitava mia sorella, la quale spesso si lamentava della presenza di vicini alquanto rompipalle, da me ormai soprannominati I vicini di Erba. Questa famiglia è composta da un numero indefinito di persone, che abitano in un appartamento di massimo 80mq. Già da un'identikit è facile desumere la psicologia dei personaggi. Non bisogna essere Csi per capire che costoro soffrono di una grave forma di isteria.

Lei: Maga Magò.35 anni circa. Aspetto trasandato. Capelli brizzolati alla Giorgia Clooney con taglio junglesco. Abbigliamento da femminista del '68. Età dimostrata: 65. Il suo timbro vocale può essere paragonato ad uno stormo di cornacchie impazzite.E' odiata dalla sottoscritta a causa di continue grida isteriche e imprecazioni in una lingua non decifrabile, ma decisamente poco elegante.

Lui: Il killer. 40 anni. Probabilmente tiroideo o completamente pazzo. Occhi fuori dalle orbite. Si fa chiamare in francese, sebbene sia palesemente calabrese. E' conosciuto per frequenti "scatarrate" e colpi di tosse che sembra che stia vomitando un polmone. E' odiato dalla sottoscritta per le frequenti improvvisate musicali la domenica mattina alle 8. Ormai conosco tutta la Boheme e il repertorio dell'Operà.

La figlia: La bambina dell'esorcista. Età sconosciuta. Aveva 2 anni quando arrivai in questa casa. Ora sembra sempre che abbia la stessa età, nonostante sia passato lungo tempo. Aspetto da piccola fiammiferaia. E' odiata dalla sottoscritta poichè piange per ogni mosca che vola, inscenando melodrammi napoletani.I suoi non sono pianti brevi di una bimba, ma vere e proprie sirene antincendio dall'audio distorto. Questa bimba, inoltre, gira per la casa con il passo felpato di 150 elefanti indiani imbizzarriti. La madre è quasi ogni giorno esasperata dalla cornacchietta urlante imbizzarrita e reagisce con grida soavi che fanno capire i suoi trascorsi alla corte di Francia e la sua educazione Oxfordiana.
Ne viene così su un concertino niente male , le cui prove sono fissate per le 8 del mattino di ogni santo weekend e si conclude la domenica mattina con un teatrino di canti e balli della cornacchietta e applausi di tutta la famiglia.


L'altra: la repressa. Non si è mai vista, ma si sente spesso. E' la sorella di Maga Magò. Presenta le stesse caratteristiche della sorella. Insieme intonano sovente un simpatico concertino di grida come allenamento per le competizioni strillone dei mercati.

Ma io non davo troppo peso a queste nozioni, perchè , conoscendo la mia parente, ipotizzao che anche lei non fosse proprio la regina delle pubbliche relazioni condominiali.

Finchè un giorno...

Erano le 7 di un sabato pomeriggio invernale. Mia sorella si accingeva a preparare un tanto desiderato bagno caldo con accompagnamento musicale di sottofondo.
Ad un certo punto, proprio quando i suoi piedi si stavano per immergere in quell'oasi calda, il campanello iniziò a suonare all'impazzata. Bestemmie innumerevoli furono rivolte a quell'ipotetico disturbatore. Lei si presentò in accappatoio ad aprire la porta:

"Chi è?"

"Vicine", rispose Maga Magò incazzata nera.

"Prego?"

"La preghiamo di abbassare il volume del suo stereo poichè la nostra bambina a causa sua non riesce a dormire".

"Ma se sono le 7 ed è sabato sera?Oltretutto sto ascoltando musica classica, mica heavy metal!"

"Le 7 non sono un orario consono a questo tipo di attività".

Mia sorella, sbuffante come una caffettiera, si avvicinò alla libreria, prese il codice civile e iniziò a nomenclare decreti nei quali vengono segnalate le regole di quiete condominiale. Dopodichè, educatamente, chiuse la porta di casa e sibilò un garbato Vaffanculo.

All'epoca di mia sorella, "i vicini Erba" avevano trovato pane per i loro denti. Ad ogni minimo sgarro, "la vendicatrice" faceva notare loro le piccole illegalità che lei, da agguerrito avvocato, avrebbe potuto denunciare.
Poi arrivai io, piccola e silenziosa studentessa. Una mosca bianca degli studenti fuorisede. Mai un festino. Al massimo cene composte con 10 persone in cui giovani e pacifici ragazzi colloquiano attorno ad un tavolo mentre sorseggiano buon vino e gustano ottime pietanze.
Avevo ed ho tuttora, quindi, tutti i requisiti per scampare le furie della famiglia dei pazzi. In teoria.

In pratica loro vogliono a tutti costi esternare il loro potere condominiale. Tipo i cani che pisciano per segnare il territorio. Così, hanno deciso, di incutere timore alla sottoscritta, che vive terrorizzata.

Ogni santissimo e sacrosanto giorno sono la vittima prescelta di un thriller familiare. La figlia dell'esorcista vede una mosca volare, inizia a piangere come se le avessero amputato un piede, allora Maga Magò inizia a sbraitare decorando la conversazione con simpatici insulti all'infante tipo :"Sei una stronza"; "Sei la figlia che odio"; "O la smetti o ti meno a sangue" ; etc etc. Quand'è presente in casa, interviene poi Il Killer, il più pericoloso di tutti. La sua voce sovrasta quella delle altre due creando l'effetto eco. Dario Argento nel mentre suona Profondo Rosso e la sottoscritta perde sane ore di sonno e anni di vita.

Giusto per raccontarvi l'ultima:

Una mattina sono stata svegliata improvvisamente da delle strane grida.
Mi pareva di stare dentro ad un incubo con protagonista la strega di Blair.
Erano grida femminili.
Il mio inconscio poi non si è sconvolto più di tanto, una volta capito che le grida come al solito provenivano dall'appartamento delle stronze.
Le grida si erano trasformate in pianti isterici, cose che volavano per la casa, urla che si sommavano a urla.
Sbarrati gli occhi ho pensato subito ad una strage familiare, preoccupandomi di essere poi indagata ed accusata dalla polizia di esserne la causa, nonostante fossi beatamente in pigiama sotto il mio piumone assonnata e senza nessun contatto con la realtà terrena. Ma si sa , di sti tempi i primi sospettati sono sempre i vicini.
Inizialmente non capivo che cavolo stesse succedendo e ovviamente non ho potuto non mettermi tutta la mattina ad ascoltare che succedeva nella famiglia delle Cornacchie.


La repressa pare che sia fidanzata con un vero e proprio criminale.
Dopo averle rubato 10.000 euro l'anno addietro pare che ora sia scappato con tutti i soldi e abbia lasciato senza lavoro la povera cornacchia.
Quest'ultima , disperata e in preda ad una crisi isterica, urlava, piangeva, bestemmiava e lanciava ogni cosa.
In tutto ciò Maga Magò la esortava gridando a non farsi venire un infarto e ad andare alla polizia e la figlia dell'esorcista gridava e piangeva per non sentirsi sola.
Poi ad un certo punto è arrivato un avvocato, credo.
Nonostante costui parlasse di leggi,codici, denunce penali, querele etcetc la donna continuava a piangere e non la smetteva più.
In quella casa c'era un vero e proprio macello umano.
Finchè non ho sentito la perla di saggezza della situazione:



:" Ma come cazzo fai a stare con uno che LANCIA ALBERI DI NATALE addosso alla gente???"


......................



Poi, tutt'ad un tratto, il silenzio.

Se esiste ancora la possibilità degli effetti sedativi della mariuana come terapia clinica, al prossimo Natale regalerò un abbondante dose di erba ai "vicini di Erba"!!