domenica 10 maggio 2009

7 anni in Tibet



Ohibò , dovrei stupirmi di me stessa di riscrivere su questo ricettacolo di minchiate a distanza di una settimana. Forse non accadeva da quando Britney Spears sembrava ancora un essere umano.
Insomma, eccomi di nuovo qui. E' domenica mattina. Mezzogiorno meno dieci e tutto va bene, o quasi, massì ,si dice solo per dire.
Sono sveglia da 2 ore. In genere chi si sveglia di domenica mattina presto prima dei trentanni è uno sfigato o il migliore amico di Heidi.
E' evidente che io faccia parte della prima. Stamattina appena sveglia le caprette non mi hanno fatto CIAO ma è stato il mio simpatico colon.
Di solito quando non si è svegliata storta la luna, o i metaforici gemelli del destino, si sveglia storto il co(g)lon. In effetti sì, non sembra, ma sono quasi sempre storta, in un modo o nell'altro.
Ieri ho deciso di concedermi una giornata di libertà, mezza a dire la verità, tipo i carcerati. Avevo bisogno di riconnettere con il mondo, perchè correvo il rischio di diventare tipo Mogwli, sia esteticamente che cerebralmente.
Mi ero dimenticata di appartenere al genere femminile, l'è cosa brutta e sconveniente. Così, ho preso coraggio e una scatola intera di strisce depilsoap versione "Per donne Yeti" e ho iniziato a strappare tutto ciò che esisteva sulla mia superficie facciale ( quella corporale è ancora soggetta alle crisi d'identità sessuale). Una volta restaurata la Cappella Sistina, sono andata a Villa Ada a fare la sedicenne al doposcuola. Ciò significa sdraiarsi col culo di piombo al sole finchè il guardiano non ti deve trascinare via con la gru.
M'ero portata anche il libro di "Balletti" ma dopo due pagine di enchantè, pir(L)ouette, patè e purè, ho chiuso quella palla mortale e m'era già venuta fame. E sonno.
I miei amici insistevano nel supporto studio. Ovvero "Facce vedè la rappresentazione di sti balletti, tu che sei così sciolta!". Ma io ho desistito perchè il mio talento non può essere sputtanato ai quattro venti. L'alternativa era "Dai, prendiamo le bici!". Ma io no , VOLEVO STARE COL CULO DI PIOMBO, sdraiata nel mio trono di Vostra Signora della Pigrizia. E soprattutto non volevo ammettere che non vado in bicicletta dall'età di 8 anni, età in cui ero caduta faccia a terra senza riuscire a frenare.
Dopo aver russato ed essermi offerta come pasto alle formiche ,ho aiutato la signora dello zozzone a fare la sottrazione 20-3, dato che era in gravi difficoltà matematiche. Vicino alla cassa si potevano ammirare le file di perline che si usavano nel '35 al posto della calcolatrice . E forse anche i panini col salame in vetrina erano di quell'anno. Ma nonostante quella vista da epatite A-B-C, io avevo ancora fame.
Tutta quell'intensa attività fisica nello stare immobile senza nessun contegno, m'aveva stancata.Per non parlare dello sforzo mentale nel dover fare quel calcolo matematico. Avevo voglia di gelato.
E gelato sia, mi gridarono tutte le anime dell'inferno.
Non m'accorsi, però , che erano già le 7 di sera e per fare merenda era un po' tardino. Però un gelatino alla frutta, sì che volete che sia.
Golosa, mi gridarono tutte le anime del Purgatorio.
Tornata a casa, o meglio, tornata di fronte al portone di casa, m'accorsi di non poter entrare. La chiave non girava. Ho provato a chiamare la mia coinquilina, ma non rispondeva. Ho pensato che stesse dedicandosi alla meditazione kamasutrica, invece era solo in meditazione zen nel balcone con i tappi per le orecchie.
Ritrasformatami in Mogwli ho gridato il suo nome ridestandola. Ma lei, in tutta la sua pace tibetana, non s'era mica accorta d'avermi lasciata fuori circa mezzora.
Riesco di casa, vado a cena e opto per un'insalata, giusto per far contenti i miei sensi di colpa. Dopo quel parco pasto a base di uovo, pomodoro, wurstel, patate lesse, olive , mozzarella di bufala e qualche foglia di lattuga , potevo dirmi soddisfatta.
Ma ci sono delle volte in cui la divina provvidenza ti manda dei segni inequivocabili.
Dopo aver sbruffoneggiato nel sostenere di conoscere il centro di Roma a memoria ed essermi persa, dove vado a finire?? Da Giolitti, il regno del gelato.
Lì, una fila chilometrica di persone che non fanno altro che leccare una cosa enorme ed invitante ( sì lo so, mi sono accorta che tutta la gente intorno s'è girata sconvolta quando ho pronunciato questa frase). Quei gelati gridavano "Leccami, e dai leccami, guardami come sono buono, cremoso, grasso e calorico!".
Ma io dovevo desistere. Uno, due , tre :"Ci sediamo?"
Una volta seduti :"Io vorrei una coppa da 6 euro con un chilo di crema e un po' di limone!".
Ingorda, gridarono le anime del Paradiso.
Così ho pensato che l'unico modo per fuggire tutte queste tentazioni e crisi isteriche e sopperire alle gravi carenze d'affetto sia andare 7 anni in Tibet con Brad Pitt.
Ma in realtà sono qui che ho buttato la mattina a raccontarvi queste cose di cui sicuramente non ve ne frega nulla, perchè me ne fregava ancora meno della morte di Ermengarda dell'Adelchi di Manzoni e perchè poi dovevo trascorrere il tempo mentre il mio colon mi fa ammirare le artistiche mattonelle del bagno!

Bonjour finesse e a tutti voi!

1 commento:

Luca ha detto...

Io pagherei per poter saper scrivere così!
Mi hai fatto schiantare!
I cori di Dante direi che sono una perla, o no?

L.