lunedì 7 aprile 2008

Il tempo dei fiori rossi



Come da richiesta di Mat vi parlo di un altro dei miei periodi: IL TEMPO DEI FIORI ROSSI, chiamato così perchè fu caratterizzato da una spiccata vena anarchico-comunista-rivoluzionaria ideologica e molto utopista. Ogni adolescente tipico, come da copione, attraversa questi momenti di fissazione acuta. C'è chi diventa dark, chi imita i vip della tv, chi vuole assomigliare a Marylin Monroe e chi, come capitava me, si crede un possibile componente di una rivoluzione .
A Cagliari devo dire che c'era proprio molto da rivoluzionare! Il fattore poi, risultava alquanto paradossale, dato che frequentavo uno dei licei più snob ed elitari della città e che appartengo ad una famiglia di stampo borghese che mi ha cresciuta in un ambiente completamente opposto da quello un po' sinistroide con cui mi ero fissata. Ma si sa, forse è proprio per questo motivo che aspiravo a diventare molto hippie.
Gli ultimi anni del liceo l'unico mio interesse scolastico era studiare il fenomeno della contestazione del '68. Mi immaginavo dentro quel periodo di grandi ideologie ,fidanzata con qualche intellettualoide a farci le canne durante un'occupazione scolastica. Ora, chi mi conosce bene, scoppierà in una grossa risata dopo che ha letto questa frase. Oggi come oggi sembro tutto tranne una figlia dei fiori. Per casa si diffondevano le note di Bella Ciao e Bandiera Rossa , agitando perplessità e discussioni dato che gli altri componenti della famiglia volevano distruggere lo stereo a martellate.
Che Guevara era diventato il mio mito, ovviamente. Leggevo sue biografie in continuazione e ci mancava poco che il mio saluto ufficiale diventasse Hasta Siempre.
Penso che a quel punto la risposta di mia madre sarebbe stata Hasta la vista, aprendomi gentilmente la porta di casa invitandomi a non tornare più.
Giusto per farvi capire, dato che non potevo appendere la bandiera della pace fuori dalla mia finestra, l'avevo messa come un poster nelle ante dell'armadio. Quando mia madre continuava a blatterare cercando di staccarla, io le rispondevo :"Pace e Amore, mamma." La sua risposta era sempre la stessa:"Te la faccio vedere io la pace se non la smetti di dire cavolate!"
Non c'è neanche da dubitare sul fatto che i miei genitori abbiano potuto partecipare al '68. Avevano rispettivamente 16 e 19 anni, ma nulla, non avevano proprio niente da raccontarmi.
Ma la conclusione epocale di quel periodo fu la partecipazione al concerto del 1°maggio. Dato che l'anno della maturità nessun professore era disposto a portarci in viaggio, 11 di noi, rigorosamente tutte donne, partirono alla volta di Roma per il famoso concerto. Alle 3 di pomeriggio, con un caldo micidiale, eravamo lì, pronte ad immergerci in quel contesto un po' anarchico. Presa dalla foga, ho comprato la maglia del Che, che mia madre continua a sperare che voli dalla finestra in una giornata di maestrale o che un giorno mi decida ad usare come pezza per pulire il bagno. Mi scatenai con i Modena City Ramblers, saltando come un grillo a ritmo di Bella Ciao. Come ogni concerto non si riusciva a respirare dalla calca. Erano tutti un po' nel loro mondo. Io, ingenua ragazza , mi limitavo ad emozionarmi e a sognare di essere a Woodstock '68.
Ovviamente crescendo quel periodo si è molto limitato. Ora come ora le mie idee politiche sono diventate molto più ciniche e rassegnate. L'era dell'Acquario è diventata l'era di Saturno (contro). I grandi miti sono diventati solo ed esclusivamente dei grandi mitomani. Quell'utile vena utopista mi ha abbandonata, anche se ogni tanto in casa riesumo la maglia del Che e ogni volta che la indosso mi ricordo di quel periodo, della tesina alla maturità sul '68, , di Jack Frusciante è uscito dal gruppo come libro cult ,di Guccini come maestro musicale e dello sperare che il mondo davvero potesse cambiare un giorno.

6 commenti:

Mat ha detto...

ora manca solo il periodo in cui vendevi il cocco al lido!!

ahahahahahha

Francesca Palmas ha detto...

io non ho mai passato quella fase...un pò mi manca non averla passata, un pò ne son contenta. Il rosso mi sbatte un casino!

Anonimo ha detto...

Io mi ero appassionata a b.r e ad aldo moro, lasciando perdere il resto del contesto...ma il mio stereo non ha mai riprodotto guccini & co. anche perchè credo che mio padre si sarebbe lamentato dicendo che i vicini rompono...la mia fase rivoluzionaria se c'è stata è passata molto inosservata..
Laura

Capitano ha detto...

La mia fase "rivoluzionaria" l'ho vissuta sull'altro fronte, quello nero. Ho dei bei ricordi, le riunioni in sezione, la ricerca spasmodica di musica identitaria che, senza internet, era quasi impossibile reperire... e poi le assemblee a scuola, le dispute verbali -abbastanza retoriche e vuote di contenuti!-, i cortei, insomma bei tempi che però sono passati. Non rimpiango nè rinnego, ogni cosa al suo tempo.

Un saluto da uno dei tanti Ulisse,

BUENA VIDA

nino77 ha detto...

Grasssie per la visitina :))

L'icona di Pollon leggermente sovrappeso mi fa impazzire :))
e anche tutto il resto mi piace!
Esilarante, brava ragazza romana :PPP

Notte*

Simo* ha detto...

Io questa fase nom l'ho avuta. Sono passata dai Backstreet boys al punk rock americano. Ma niente fase rivoluzionaria.Saresti stata l'orgoglio di mio padre!!
Sul 68 ti consiglio di leggere "Due di due" di Andrea De Carlo, se non lo conosci già. E' uno dei miei libri preferiti.

Ha fatto tanto piacere anche a me conoscere te e tutti gli altri. Speriamo ci siano altre occasioni!
Baci
Simo*

P.S.:Non sono passata prima perché, dopo il comizio di Berlusconi, ero ancora presa dalle sue parole che avrei finito per lasciarti un commento pieno di insulti contro i comunisti :D