giovedì 31 gennaio 2008

Into the wild




Dove può far arrivare la rabbia? Fin dove ci può portare la volontà della ricerca di una propria consapevolezza? Da cosa è costituito il percorso spirituale che conduce alla felicità interiore?
Credo in una sola certezza. La via per tutto ciò consiste nella semplicità.
Nient'altro che uno sguardo diverso nei confronti della realtà.
Sana solitudine. Sete di cultura. Farsi tuttuno con l' espressione primordiale della natura. Felicità condivisa. Semplicità.
Non desiderava nient'altro Alex Supertramp. Nient'altro che fuggire dalla sporcizia di una moralità imposta forzatamente e appagare la propria spiritualità attraverso un cammino ascetico nelle terre selvagge. Solo lui e la natura. Nient'altro. Nulla. Il deserto. La neve. Le tempeste. La sopravvivenza. Il limite della sopravvivenza.
La via al Nirvana attraverso tappe graduali di piena autocoscienza.La contemporanea integrazione-scontro Romantico di se stessi con il mondo. Un virtuoso Romantico, che scaglia il proprio io contro il Titanismo della Natura, ricercando in essa quell'infinità universale che porta all' ascensione estatica della propria anima, fino al punto in cui in procinto di morte viene travolta dalla luce divina.
Sean Penn ha dato dimostrazione di una discreta abilità in un altro tentativo regisitico. E' riuscito a trasportare la sua peculiarità di attore dotato di grande sensibilità estetica ed emotiva anche in campo direzionale. In questi quattro anni che pian piano sto imparando ad approcciarmi criticamente al cinema nel suo senso globale, mi è capitato raramente di trovare registi completi nella realizzazione di una pellicola. Nonostante un'eccessiva durata e un'estremizzazione filosofica del contenuto , Into the wild presenta numerosi elementi validi, tra cui soprattutto una fotografia eccellente ,che ci offre dei paesaggi naturali sconfinati ed imponenti e una sceneggiatura curata nei minimi dettagli, con citazioni letterarie di spessore e una sintassi dosata ed equilibrata nel suo sviluppo poetico-metaforico.
Sicuramente è un film che si conserva facilmente tra le pagine della memoria, imprimendosi con un forte impatto nelle proprie coscienze.


3 commenti:

Anonimo ha detto...

“Volevo il movimento, non un esistenza quieta, volevo l’emozione, il pericolo, la possibilità di sacrificare qualcosa al mio amore.
Avvertivo dentro di me una sovrabbondanza di energia, che non trovava sfogo, in una vita tranquilla”
(Una frase sottolineata da Chris nel libro "La felicità familiare" di Lev Tolstoj)

patty ha detto...

uuhhh, nun l'ho visto..:(

Francesca Palmas ha detto...

mi è piaciuta molto la recensione brava!